Pino Mammoliti punta il dito contro l’Asp di Reggio Calabria e fa appello ai cittadini: «Facciamo chiasso per difendere i nostri diritti, limitiamo la loro gestione negletta»
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
«È come gli ospedali della striscia di Gaza». A pochi giorni dalle criticità sollevate a mezzo social dal consigliere di minoranza di Locri Eliseo Sorbara sullo stato in cui versa l’ospedale cittadino, è ancora il presidente del tribunale per i diritti del malato Pino Mammoliti a puntare il dito contro la manager dell’azienda sanitaria provinciale reggina Lucia Di Furia. «Per la Gastroenterologia – osserva il penalista locrese - anziché iniziare ad utilizzare il personale interno, disponibile ed a costo zero, la manager ha pensato di fare un bando per avere un medico a gettone per il servizio, praticamente nulla pagando in cash».
L’intemerata di Mammoliti tocca anche il capitolo ambulanze su cui non c’è «ancora nessuna notizia», e sugli ormai famosi 25 letti fantasma «per vatussi, che non sono stati sostituiti visto che gli ascensori non possono essere allargati». La situazione più grave secondo l’avvocato riguarda il reparto di Cardiologia «con tre medici per decine di pazienti». Inoltre dall’1 febbraio l'unico reumatologo in servizio presso la struttura di contrada Verga andrà in pensione «senza previsione di sostituzione» ha sottolineato Mammoliti. «Noi dobbiamo continuare a stare con il fiato addosso – è l’appello finale rivolto ai cittadini - perché se facciamo chiasso per difendere i nostri diritti, limitiamo i loro abusi e la loro negletta gestione».