A chiedere interventi gli stessi degenti che ogni giorno osservano il lavoro instancabile degli operatori sanitari, ridotti all’osso e costretti a turni estenuanti
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Diventa sempre più preoccupante la carenza di medici nel reparto di Urologia dell’ospedale di Lamezia Terme. Da molto tempo, ormai, il personale sanitario in servizio lavora con ritmi estenuanti per la mancanza di dirigenti medici. Ciò ha reso e rende difficile, in particolare, la gestione dei turni notturni e dei festivi. La pianta organica dell’Unità operativa di Urologia prevede la presenza di 10 dirigenti medici e di un primario. Ma, allo stato, la situazione è allarmante: lavorano 7 dirigenti medici e non c’è il primario. Dal primo febbraio la pronta disponibilità per notturni e festivi potrebbe essere ricoperta soltanto da 4 dirigenti medici poiché uno di loro ha presentato domanda di licenziamento proprio a causa dei turni massacranti. Ogni mese tra prima e seconda reperibilità ci sono da coprire circa 72 turni.
Allo stato attuale, al mese considerando solo le 4 domeniche ogni medico del reparto di Urologia sarà costretto a fare 14/15 turni di reperibilità. A lanciare il grido d’allarme sono gli stessi cittadini-pazienti che ogni giorno vedono il personale del reparto di Urologia lavorare instancabilmente con orari di lavoro estenuanti. La situazione è diventata più critica nel periodo di Natale perché con i festivi i turni dei medici sono stati massacranti. Già nelle settimane tra Natale e Capodanno Mimmo Gianturco, consigliere comunale e vicepresidente della Commissione consiliare permanente sanità, ha evidenziato la gravità del problema: «La grave carenza di personale nel reparto di Urologia dell’ospedale di Lamezia sta mettendo in serio pericolo la continuità assistenziale e, di conseguenza, la salute dei pazienti».
Anche il presidente dell'Osservatorio sociale “San Nicola”, Pino Morabito, in quei giorni aveva lanciato l’allarme sulla situazione del reparto di Urologia: «Bisogna assumere subito iniziative atte a risolvere la situazione sia per il lavoro in reparto che per le chiamate in urgenza dal Pronto soccorso». I cittadini sono molto preoccupati e temono che, nonostante gli sforzi dei medici e del personale sanitario in servizio, tutto ciò possa avere ripercussioni sulla tutela della salute di tutti.