Piano piano, senza fretta. Sembra essere questa la filosofia del management dell’azienda ospedaliera di Cosenza che evidentemente non avverte la situazione di disastro del nosocomio cittadino di cui molti parlano. Così dopo un anno dall’acquisto di alcune attrezzature solo oggi l’azienda ha deciso di comprare i componenti necessari al loro funzionamento. Sembra incredibile ma è proprio così. 
Riavvolgiamo il nastro. Lo scorso 7 giugno vi avevamo raccontato degli strani acquisti effettuati dall’azienda con i soldi derivanti dai fondi Por assegnati dalla Regione Calabria per il Covid 19 e finalizzati a rendere strutturale l’immediata conversione di percorsi terapeutici dedicati nell’emergenza del rischio pandemico. Questi fondi, però, erano come lo yogurt: avevano una data di scadenza. Dovevano infatti essere spesi entro il 31 dicembre 2023, pena la perdita dei soldi.

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Sarà stata la fretta imposta dalla scadenza, sarà stato altro, ma l’allora commissario (oggi direttore generale) Vitaliano De Salazar decise di istituire una task force per procedere celermente agli acquisti delle strumentazioni necessarie. L’obiettivo fu centrato, nel senso che entro la data prefissata, l’azienda acquistò strumenti e attrezzature per nove milioni di euro, mica bruscolini. Il problema è che la task force non si è confrontata con il personale medico e in particolare con i dirigenti medici. Ha proceduto, insomma, per astratto. Così lo “shopping” si è rivelato un pasticcio. Hanno acquistato un tavolo operatorio bariatrico ma senza gli accessori bariatrici. Si è proceduto all’acquisto di sistemi informatici per il blocco operatorio senza però la preventiva verifica della compatibilità con i sistemi informatici già esistenti, defibrillatori senza le placche monouso di ricambio ed infine sono stati acquistati anche ecografi senza sonde.

Proprio a quest’ultimo acquisto si è posto oggi rimedio con le determine dirigenziali del 2 luglio n° 893 e 894. Con queste per la cifra complessiva di 267.133 sono stati acquistati sei ecotomografi. Ovviamente con fondi ordinari e non con quelli stanziati dalla Regione. Dopo quasi un anno quindi alcune apparecchiature che erano state depositate chissà dove, possono uscire fuori dagli scatoloni e iniziare ad offrire le prestazioni sanitarie per cui erano state acquistate. Meglio tardi che mai, anche se magari dopo un anno quelle apparecchiature non sono proprio all’avanguardia.

Non tutte le cose comperate con quei fondi però hanno avuto la stessa “fortuna”. Fra gli acquisti infatti vi era anche un’autoambulanza da 120mila euro. Adesso è parcheggiata da qualche parte del plesso ospedaliero perché nella pianta organica dell’azienda non c’è nemmeno un autista abilitato a guidarla. L’ambulanza quindi resta lì a prendere polvere senza nemmeno essere stata targata come potete vedere nella foto.

Il tutto mentre il servizio 118, di competenza dell’Asp, ha pochi autisti e mezzi vetusti al punto da aver comprato ambulanze di seconda mano dalla Lombardia. Ma per il management dell’Annunziata non c’è problema. Piano piano, senza fretta. Prima o poi magari qualche autista abilitato spunterà fuori…