C’è chi dice no, ma per qualcuno l’ospedale di Cariati «non solo è aperto», ma funziona anche benissimo. Una sanità a gonfie vele in riva al Basso Ionio cosentino «con il Punto di Primo Intervento, il laboratorio analisi, la Radiologia, la Rsa medicalizzata, il servizio Dialisi in regime ambulatoriale, con il consultorio familiare e con l’ambulatorio di Cardiologia e Nefrologia». Pasqualina Straface, presidente della terza Commissione Sanità del Consiglio regionale, punta a sedare gli animi agitati «informando – si legge in una nota – che in vista dell’adozione del nuovo atto aziendale disposto dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, proseguono come da cronoprogramma i lavori per la realizzazione del reparto di Medicina».

Straface rassicura...

«Il reparto di Medicina – continua – conterà 20 posti letto che si andranno ad aggiungere a quelli previsti per l’ospedale di comunità e a quelli della Residenza sanitaria assistenziale medicalizzata. Sempre con l’adozione dell’atto aziendale il Punto di primo intervento sarà elevato a Pronto soccorso. Per Medicina, una volta terminati i lavori si procederà con la selezione per il conferimento dell’incarico del primario».

E ancora: «Per quanto riguarda il laboratorio analisi, inserito per volere del presidente Occhiuto nella rete regionale, si punta a migliorare il servizio attraverso la dotazione di un Poct (Point of care testing) uno strumento che consentirà di garantire il servizio per 12 ore anche dopo il 1° marzo con la messa in quiescenza del medico responsabile».

… Le Lampare non ci stanno

Solo che queste dichiarazioni, gli animi di cui sopra anziché sedarli li hanno agitati ancora di più. Ieri l’ennesimo appello delle Lampare e del Nursind a velocizzare lavori che procedono troppo a rilento e provvedere a una serie di carenze, con tanto di invito a Roberto Occhiuto – e non è il primo – a verificare di persona la situazione. La risposta arriva da Straface, ma è una risposta che non soddisfa e alla quale il gruppo delle Lampare controreplica punto per punto.

Gli attivisti si dicono «estremamente preoccupati» e alla consigliera azzurra chiedono «se, quando necessita di esami di laboratorio, si rivolge a un presidio Poct o a un normale laboratorio. I Poct sono strumenti diagnostici portatili utilizzati per eseguire esami direttamente presso il punto di cura del paziente, offrendo risultati rapidi e utilizzati in determinati contesti di emergenza o ambulatoriali. Tuttavia, i Poct hanno dei limiti, in quanto generalmente non possono eseguire esami complessi e dettagliati come quelli di un laboratorio tradizionale».

Tutt’altra cosa, dicono gli attivisti, quello di cui il territorio ha bisogno, ossia di «un servizio capace di eseguire diagnosi ed esami complessi, almeno al pari di quelli effettuati dai laboratori privati convenzionati».

«In caso contrario – proseguono –, cosa si sta pensando? Che i cittadini o l'Asp debbano rivolgersi a un laboratorio privato convenzionato a causa dell'incapacità del commissario Occhiuto di riordinare la rete dei laboratori pubblici in modo funzionale e dignitoso per un Paese civile?».

Per il Vittorio Cosentino, riconosciuto ospedale di zona disagiata, sottolinea il gruppo delle Lampare, «avere un laboratorio analisi riconosciuto all'interno della rete dei laboratori pubblici dovrebbe essere un passaggio automatico». E spiega: «Poiché verranno trattate le acuzie, è necessario un laboratorio analisi con un serio raccordo con il laboratorio analisi dell'ospedale di Rossano per dare risposte complementari». Una condizione, evidenziano gli attivisti, che «si può verificare se a Cariati ci sarà un laboratorio con un organico completo di tutte le professionalità (medico, biologo, tecnico, infermiere e Oss), con locali dignitosi per l'accoglienza del pubblico e il benessere dei lavoratori».

Rinnovato l’invito a Occhiuto: «Venga qui a valutare»

Poi, la frecciata dritta alla consigliera regionale: «Non comprendiamo come mai, quando cerchiamo di interfacciarci con il commissario e presidente Occhiuto, ci ritroviamo a ricevere risposte da Pasqualina Straface, che sembra più intenzionata a rassicurare l'opinione pubblica con un "tutto bene, madama la marchesa" piuttosto che analizzare seriamente le questioni da noi sollevate».

E così, l’appello di ieri rivolto al presidente della Regione viene spedito nuovamente al legittimo destinatario, nella speranza stavolta di una risposta diretta e che arrivi al cuore delle problematiche poste. «Chiediamo nuovamente al commissario Occhiuto, con cui ci siamo interfacciati direttamente e che ha preso impegni precisi con noi e con il territorio, di valutare nel merito la situazione esposta, senza lasciare che altri spostino la discussione con contrapposizioni politiche o comunicati inopportuni – dicono gli attivisti –. La situazione è evidente e immediatamente risolvibile: la ridefinizione del laboratorio analisi, come da criterio di legge, in quello che sarà l'ospedale di zona disagiata. La trasformazione del Punto di primo intervento a Pronto soccorso passa anche da qui».

«Roberto Occhiuto – concludono Le Lampare – ha il potere, in qualità di commissario e presidente di Regione, di modificare immediatamente la rete regionale per i laboratori, soprattutto in ottica della ridefinita rete ospedaliera regionale».

L’invito al presidente è quello di sempre: recarsi a Cariati per «valutare in prima persona le preoccupazioni avanzate da operatori sanitari, comitati, sindacati e cittadini».