Manifestazione di protesta sotto la Cittadella regionale questa mattina per contestare la riorganizzazione della rete ospedaliera approvata di recente dalla struttura commissariale. Un centinaio di cittadini di Acri, dopo le proteste dei giorni scorsi, hanno raggiunto Catanzaro con il sindaco Capalbo in testa che ha reiterato una richiesta di incontro al presidente della Regione.

Al grido "L'ospedale di Acri non si tocca" il corteo ha sfilato fino all'ingresso della sede regionale. A Catanzaro bambini, famiglie, anziani per rivendicare il diritto di cura e assistenza.

 

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«Non abbiamo la possibilità di fare neppure un semplice controllo», hanno raccontato i cittadini esasperati. «Viviamo una tragedia, dobbiamo spostarci a Rossano o a Cosenza. È una tortura non ce la facciamo più».

E ancora: «Non abbiamo nemmeno le strade adeguate, è difficoltoso arrivare a Cosenza, ci vuole molto tempo. L'ospedale in un paese come il nostro non si può depotenziare».

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«Il presidente della Regione ha fatto un grave errore preferendo incontrare gli esponenti di Forza Italia e non una intera amministrazione», ha chiarito il primo cittadino. «Oggi siamo qui in Cittadella in maniera pacifica per farci interpreti di un sentimento di preoccupazione che riguarda l'intera cittadinanza».

Il sindaco ha sintetizzato i vari decreti adottati per concludere: «Sostanzialmente non cambia nulla, Acri passa da 32 posti letto a 26, c'è una riduzione sia sulla Chirurgia che in Medicina. Inoltre manca un anestesista. La richiesta è quella di avere dei chirurghi perché a breve ne andranno in pensione tre».

I manifestanti hanno lasciato la Cittadella dopo aver tentato invano di farsi ricevere dal presidente Occhiuto e dai subcommissari.