Per l’ospedale della Sibaritide sono giorni di apparente calma piatta, necessari alle valutazioni. Da una parte la Regione, concedente dell’opera e dall’altra la D’Agostino, la concessionaria che proprio nei giorni scorsi ha sancito e “celebrato” la conclusione dei lavori strutturali, dello scheletro. In mezzo v’è la valutazione della variante che servirà ad adeguare un progetto del 2013 alle esigenze tecnico-economico-normative nel frattempo intervenute fino 2023 proiettate nei prossimi 25 anni.

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Migliaia di nuove “tavole” progettuali per la ridefinizione degli interni – da adeguare ad esempio ai percorsi pandemici – che si tramuteranno in una montagna di soldi. E se prima, nel 2013, si erano ipotizzati 143 milioni – ovvero circa 80 per la realizzazione dell’opera con annesse apparecchiature medicali e circa 50 per la gestione trentennale – poi nel 2019 si era passati a 161, adesso di milioni se ne calcolerebbero addirittura 300. Tanto, oggi, potrebbe costare l’ospedale della Sibaritide e sulla cui cifra le parti sta riflettendo (e “trattando”?). Il rischio – vero – è che a settembre i cantieri potrebbero chiudere in maniera definitiva se le parti – concedente e concessionaria – non troveranno la “quadra”.

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Peraltro, proprio sull’altare del costruendo ospedale è stata sacrificata la sanità del territorio. Con la prospettiva del nosocomio “unico” sono stati soppressi reparti, poi gli ambulatori, quindi i posti letto. Si sono di fatto svuotati il “Giannettasio” ed il “Compagna”, i due presìdi ospedalieri dello spoke di Corigliano Rossano. Ed i cittadini del territorio sono finiti in una spirale negativa che ha alimentato i viaggi della speranza e quindi il debito sanitario della Regione. Per non parlare delle catastrofiche conseguenze della soppressione degli ospedali di Cariati e Trebisacce.

Il nuovo concept

Volendo, però, immaginare che tutto filerà liscio, l’ospedale della Sibaritide, grazie alla definizione della variante sanitaria e tecnologica, si trasformerà in una struttura moderna. Il nuovo polo sanitario sarà uno “smart hospital”, ovvero un ospedale intelligente che massimizzerà la produttività. Volendo “dare i numeri”, l’ospedale della Sibaritide si estende complessivamente su una superficie di 130mila mq, una superficie coperta di 121.270. Il presidio conta 60mila mq con 64mila mq di superficie verde e 31mila di parcheggi.

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Il servizio sanitario offerto si estenderà nei piani -1 (il piano -2 sarà prettamente tecnico), 0, 1 e 2. Al piano -1 sono previsti il centro trasfusionale, il laboratorio di anatomia patologica, il laboratorio analisi, il servizio di sterilizzazione, le cucine, la mensa, i locali tecnici, gli spogliatoi del personale, i luoghi di culto, la morgue, magazzini e depositi, officine, i gas medicali. Al piano 0 è dedicato all’area chirurgia e alla traumatologia. Si articolerà con 24 posti letto in emodialisi, 16 di degenza psichiatrica, 8 per il day hospital oncologico, 10 per il day hospital medico, 10 per pronto soccorso e obi. Saranno contemplate sul piano anche un’area di prericovero e l’endoscopia e la direzione sanitaria.

Al piano 1 si svilupperà la medicina d’urgenza con 10 posti letto, 14 per la pneumologia-cardiologia, 13 per la neurologia e stroke unit, 30 per urologia e ortopedia, 10 per il day surgery, 16 di terapia intensiva (la rianimazione, ndr), 10 di terapia sub-intensiva, l’interventistica cardiologica con l’emodinamica (ad oggi non presente nello spoke di Corigliano Rossano), il day surgery oculistico ed otorinolaringoiatrico con 14 posti letto, il blocco operatorio composto da cinque sale, la degenza cardiologica e l’utic con 18 posti letto più 7 e la chirurgia generale con 28 posti letto. Al piano 2 saranno collocati 43 posti letto per ostetrica e ginecologia, la terapia intensiva neonatale (oggi non presente nello spoke), 16 posti letto di pediatria, il complesso parto, 20 posti letto per la riabilitazione e 38 posti letto per la nefrologia. Complessivamente i posti letto saranno 376, comprensivi di 46 posti letto tecnici.