La risoluzione è stata approvata ieri in Consiglio regionale. La soddisfazione di Giuseppe Graziano: «Anticipiamo al concessionario trasferimenti dello Stato»
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Eppur si muove. Non siamo ancora nel campo del "tutto è bene quel che finisce bene", ma quanto sancito dal consiglio regionale rende l'atmosfera attorno al costruendo ospedale della Sibaritide, leggermente più salubre. La Regione verserà subito 2,7 milioni alla concessionaria nell'ambito dei ristori Covid e rincaro dei prezzi.
L’assise riunitasi a Palazzo Campanella «ha sbloccato risorse straordinarie da destinare al nuovo ospedale della Sibaritide». Ad annunciarlo è il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, promotore in assemblea dell’emendamento alla legge di stabilità regionale 2023 all’interno della quale sono state individuate le risorse, subito esigibili, da trasferire alla società concessionaria dell’opera che saranno poi rimpinguate con i successivi trasferimenti dello Stato.
Il provvedimento adottato si è reso necessario per far fronte alla bolla speculativa innescata dal conflitto russo-ucraino che ha fatto schizzare verso l’alto prezzi di materie prime, costi dell’energia e tutto quanto ruota attorno ad un cantiere come quello del nascente ospedale in contrada Insiti, terra di mezzo tra Rossano e Corigliano, come appunto i ristori stanziati a seguito dell'emergenza sanitaria.
Per Graziano si tratta «non un atto dovuto ma un’assunzione di responsabilità da parte dell’esecutivo regionale che pone la realizzazione del nuovo nosocomio di Corigliano Rossano, tra le priorità assolute dell’azione di governo. Quella del grande presidio sanitario della Calabria del nord-est è una sfida che Occhiuto e il centro destra vogliono vincere, dopo decenni di lassismo, promesse e palesi omissioni».
Le risorse complessive necessarie alla realizzazione di un'opera come l'ospedale della Sibaritide, la cui struttura è ormai conclusa, sono lievitate negli anni: 144 milioni ipotizzati nel 2013; 161 nel 2019; all'incirca 300 milioni - di base ed a quanto pare "trattabili" - nel 2023, comprensivi della variante (stimata da D'Agostino in 140 milioni), necessaria ad aggiornare un ospedale pensato dopo il 2010 al 2023 con uno sguardo sui prossimi 25 anni.
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L'obiettivo è, quindi, consegnare una struttura moderna, al passo con i tempi anche dal punto di vista del risparmio energetico, ma proiettata già nel futuro.
Sull'opera, dunque, l'amministrazione regionale retta da Occhiuto si gioca una fetta di credibilità ed anche per questo, Giuseppe Graziano sottolinea alcuni passaggi: «Sull’ospedale della Sibaritide facciamo sul serio compiendo tutto quanto è possibile per portare avanti i lavori di realizzazione dell’opera. In questi ultimi due anni, prima l’emergenza Covid e successivamente la crisi economica globale, ha generato una sperequazione sui prezzi che sta creando difficoltà anche e maggiormente nel tessuto imprenditoriale. Per questo quindi abbiamo deciso di sbloccare importanti risorse, quantificate dagli uffici regionali e dal rup del costruendo nosocomio di contrada Insiti, andando incontro ad una esigenza palesata in più occasioni dalla società D’Agostino costruzioni trovatasi a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione».
«Lo abbiamo fatto – sottolinea ancora il rappresentante di Azione – in quanto la procedura relativa alla ripartizione delle risorse fra gli Enti interessati e l'erogazione delle stesse sta facendo registrare dei ritardi. Pertanto, evitando che i cantieri potessero bloccarsi (un'ipotesi niente affatto peregrina fino a qualche ora fa, ndr) abbiamo stanziato questa trance straordinaria di finanziamento che di fatto è solo un anticipo di risorse che saranno poi rimpinguate con i successivi trasferimenti erariali. Non solo, nelle prossime settimane sarà concluso l’iter della variante tecnico-sanitaria proposta sulla struttura che aprirà le porte ad una nuova fase realizzativa dell’opera che sarà anche quella definitiva e conclusiva prima della messa in esercizio del nuovo grande ospedale della Sibaritide e di Corigliano Rossano».