Dopo giorni di silenzio, arriva la prima reazione politica all’operazione interforze nei cantieri del nuovo ospedale della Sibaritide. A rompere il ghiaccio è Franco Pacenza, dirigente regionale del Partito Democratico, già delegato alla sanità durante la legislatura Oliverio, membro del Comitato pro ospedale, che commenta con toni netti quanto accaduto nei giorni scorsi, quando carabinieri, polizia e guardia di finanza, su richiesta dei sindacati, hanno eseguito controlli per accertare eventuali irregolarità nella gestione della manodopera.
«Sull’ospedale della Sibaritide, ma vale anche per altri, esiste un protocollo di legalità firmato dalla Prefettura, dai concessionari, originari e successivi, e da tutte le forze dell’ordine», afferma Pacenza. «Questo vincolo è parte integrante della procedura nata con la prima dichiarazione di emergenza. Quindi è giusto che, se emergono dubbi, si proceda con verifiche puntuali. Se i sindacati hanno raccolto segnalazioni, hanno fatto bene a chiedere l’intervento».

Sono state presentate le misure per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti nei nuovi ospedali calabresi. Nel cantiere di quello della Sibaritide, dopo l’ispezione delle forze dell’ordine nei giorni scorsi, permangono ancora diversi dubbi. Come quelli sulla natura dell’incendio che nei mesi scorsi ha interessato la struttura.

«L’incendio? Ancora nessuna risposta»

 Il dirigente del PD allarga poi lo sguardo a un episodio rimasto senza chiarimenti: «Parliamo di legalità, ma non abbiamo ancora una versione ufficiale sull’incendio avvenuto mesi fa nello stesso cantiere. È passato troppo tempo e nessuno si è assunto la responsabilità di dire cosa sia successo. Il silenzio istituzionale non aiuta e crea sfiducia. I cittadini hanno diritto di sapere».

Sollecitato sul tema dell’aumento della manodopera, forse legato alla corsa per rispettare il termine del 2026, Pacenza frena: «Un’opera del genere deve essere fatta bene, non in fretta. Non stiamo costruendo un punto luce. È l’intervento pubblico più imponente sull’area ionica degli ultimi cinquant’anni. Correre dietro a una scadenza può creare disordine. Meglio un mese in più, ma nel rispetto delle regole».
Infine, un’ulteriore osservazione tecnica: «Durante un recente sopralluogo sui sottoservizi è emersa la scomparsa dal progetto della fermata ferroviaria prevista inizialmente in contrada Insiti, lungo la statale 106, a poche centinaia di metri dall’ospedale? Questo passaggio è completamente uscito dal dibattito. È inaccettabile. Un’opera strategica deve essere chiara in ogni suo dettaglio». La prima presa di posizione pubblica è arrivata. Ora si attende di conoscere l’esito dei controlli e le eventuali risposte da parte di concessionari e istituzioni.