Tra la ferma volontà delle parti – la Regione e la D’Agostino – di portare a termine l’ospedale della Sibaritide, su cui nessuno avanza dubbi, e la realtà dei fatti, c’è in mezzo il riequilibrio del piano economico-finanziario di un’opera partorita dopo il 2010 ed avviata nel 2020. Un lasso di tempo in cui sono cambiate tutte le regole del “gioco”, la pandemia ha sconvolto il servizio e le norme sanitarie e l’efficientamento energetico è divenuta una assoluta necessità per poter concludere – chiavi in mano – una infrastruttura sanitaria adeguata ai prossimi 25 anni. Serve, quindi, una variante che sarà messa in discussione tra le parti da oggi in poi. Ed è così, allora, che si è passati dai 143 milioni ipotizzati nel 2013 (circa 80 per l’intera opera e circa 50 per la gestione trentennale), ai 161 del 2019, fino ai 300 complessivi di oggi.
A tanto ammonterebbe oggi – tutta da valutare e verificare – la richiesta del concessionario, la D’Agostino, al concedente, la Regione, nell’ambito del project financing sottoscritto tra le parti.

Questi i dati emersi solo a margine dell’evento organizzato per celebrare nel cantiere la fine dei lavori strutturali, costati 22 milioni di euro, che hanno trasformato il momento in una  festa “caustica”, alla presenza della politica, dei tecnici regionali – il rup, Domenico Pallaria ed il dirigente degli investimenti sanitari, Pasquale Gidaro – dei rappresentanti istituzionali e della stampa, comprese le telecamere dell’approfondimento di LaCtv, “Dentro la notizia”, condotto da Pasquale Motta.

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Dopo aver ascoltato le voci di alcuni amministratori comunali di Corigliano Rossano – il consigliere comunale Liliana Zangaro e l’assessore al Turismo; Costantino Argentino – e la presidente della commissione sanità, Pasqualina Straface, tutti apparsi ottimisti sugli esiti finali della vicenda, Motta ha intervistato il project manager Domenico Petrone. «In pochi mesi (sette, ndr) abbiamo realizzato quest’opera con grande velocità. L’abbiamo realizzata perché ci abbiamo creduto. L’accelerazione vera e propria ai lavori è stata impressa con l’avvento del presidente Occhiuto ed oggi stiamo raccogliendo insieme alla Regione questo risultato». Petrone ha ricordato infine come il progetto definitivo risalga al 2019 e l’idea di finanziamento – gli iniziali 143 milioni ipotizzati inizialmente – al 2013.

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«L’ospedale – ha poi sottolineato l’ingegnere Renato Del Prete, direttore dei lavori – si estende su 13 ettari, 130 mila metri quadri, di cui 76 costruiti; si sviluppa su cinque piani ed è avanzatissima sul piano sismico. Per concludere la struttura sono stati necessari 70 mila metri cubi di calcestruzzo e sette milioni di metri cubi di acciaio».

Il sindacalista Giuseppe De Lorenzo, della Fillea Cgil non è sembrato ottimista. «Rispetto a qualche settimana fa quando il cantiere era pressoché fermo, non è cambiato tantissimo, tant’è che oggi sono in servizio sette operai. Ci preoccupavamo e pressavamo la Regione per capire a quanto ammontasse il nuovo pef, il piano econoimico-finanziario necessario a definire l’ospedale. Noi vogliamo che le centinaia di lavoratori impiegati nei mesi scorsi, e che saranno necessari nel prosieguo, tornino in cantiere perché oggi assistiamo ad una pallida rappresentazione di quanto accadeva in questi luoghi nei mesi scorsi. Mancano le risorse? Ad oggi nessuno ci dice concretamente quanti milioni di euro servono e se saranno disponibili per terminare l’opera. Chiediamo alla Regione che il tavolo con il presidente Occhiuto venga subito convocato per capire quale sarà il futuro di questa importantissima infrastruttura».

Una “importantissima struttura” che non solo dovrà essere completata e su cui continuano ad addensarsi nubi scurissime – proprio a causa di quei 300 milioni complessivi che il concessionario avrebbe prospettato ieri pomeriggio al concedente per concludere l’infrastruttura sanitaria – ma dovrà anche essere riempita di “contenuti”. Ovvero quel personale sanitario, oggi ampiamente deficitario, che dallo spoke di Corigliano Rossano si trasferirà – quando e se sarà concluso – nell’ospedale della Sibaritide.

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