Dal segretario regionale Fernando Pignataro l’invito a moderare i toni enfatici della notizia: «Ci sono falle nella rete ospedaliera e nella medicina di prossimità». E dall’ex presidente Mario Oliverio l’invito ad aprire adesso la fase della ricostruzione del comparto
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
La sanità calabrese è in procinto di uscire dal commissariamento. Non è chiaro però se il traguardo venga raggiunto per meriti acquisiti sul campo o se per compromesso politico. Sinistra Italiana solleva il dubbio. Voce esterna rispetto alla opposizione di Palazzo Campanella, sempre pungente e critica rispetto all'operato della giunta, il partito organico all'alleanza con i verdi saluta con favore la conclusione dell'amministrazione straordinaria nei cui confronti ha sempre assunto una posizione contraria. E però non esita nel valutare tutt'altro che superate le problematiche che determinarono il passaggio della gestione del comparto al Governo nazionale.
La rinuncia alle cure
«Noi siamo stati sempre contro il commissariamento della sanità» mette subito le mani avanti Fernando Pignataro. Il segretario regionale di Sinistra Italiana poi aggiunge: «Roberto Occhiuto saluta questo traguardo con enfasi. In realtà questa novità appare repentina e priva di giustificazione. Ci cade addosso dall'alto e di sicuro non per aver risolto i problemi della sanità pubblica. Problemi visibili nella rete ospedaliera, nella sanità di territorio, nella sanità di prossimità. In sostanza – sottolinea Pignataro - il commissariamento si chiude ma i problemi restano. Basta andare nei nostri ospedali, non ci sono più le guardie mediche, manca la medicina di prossimità, ci sono liste di attesa lunghissime. La conseguenza è che migliaia di cittadini, soprattutto la parte più debole della società, in Calabria ha rinunciato a curarsi».
Il caso di San Giovanni in Fiore
Dichiarazioni rilasciate al nostro network a Santa Sofia d'Epiro, a margine della presentazione del libro E le nuvole camminano di Angelo Broccolo, medico e dirigente di Sinistra Italiana alla quale è intervenuto pure Mario Oliverio. L'ex presidente della Regione si è detto preoccupato per le falle nella rete dell'emergenza-urgenza, anche alla luce del recente e clamoroso caso della morte di Serafino Congi suo concittadino di San Giovanni in Fiore. «Un caso non isolato, una morte assurda per un giovane che, dopo tre ore di permanenza nel cosiddetto pronto soccorso all'ospedale di San Giovanni in Fiore, ha perso la vita perché mancavano i medici, perché mancava l'ambulanza, perché appunto non c'erano e non ci sono le condizioni minime di garanzia dei servizi dell'emergenza urgenza e del pronto soccorso».
Voltare pagina
«Sarebbe necessario mettere in campo un progetto - ha continuato Oliverio - un programma da discutere anche con il Ministero della Sanità per assumere provvedimenti che consentano di risalire la china, di costruire condizioni per un servizio sanitario capace di tutelare la salute dei cittadini, di fare della sanità luoghi di cura. Occhiuto sbaglia ad enfatizzare la conclusione del commissariamento come se si trattasse della chiusura di una fase negativa – ha concluso Oliverio - Piuttosto dovrebbe coincidere con l'apertura di una nuova stagione davvero capace di ricostruire un sistema sanitario tale da tutelare e da garantire i calabresi».