Le prime parole del libro sul nuovo ospedale di Catanzaro potrebbero essere scritte nel corso di questa settimana. Una riunione, per ora del tutto interlocutoria, è infatti prevista nei prossimi giorni per iniziare a gettare le basi di un iter che nei fatti non hai mai avuto un vero principio.

Opera in sospeso

Finanziata da 17 anni, l’opera è finora rimasta sospesa, in attesa che i tempi divenissero finalmente maturi per accettare l’idea di una fusione tra i due ospedali catanzaresi. Adesso che la principale condizione è stata soddisfatta si entra nel vivo della seconda fase, con l’augurio che questa non richieda altri tre lustri.

Lettere dall'Inail

L’Inail ha infatti già scritto due missive sul tema. La prima nelle settimane successive alla nascita dell’azienda ospedaliero universitaria Dulbecco confermando la disponibilità delle risorse, finora rimaste bloccate a causa della mancata integrazione tra le due aziende. E la seconda, più recente, con la quale ha richiesto una progettazione da mettere a base di gara per la realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro.

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Il trasferimento dei reparti

Ma la strada per ottenere almeno una prima progettazione dell’opera sembra ancora irta di ostacoli. Prima di trovare un accordo sulla possibile localizzazione dell’edificio ospedaliero, bisognerà infatti trovare la quadra sui reparti da trasferire dal presidio Pugliese al Mater Domini, dotata di ampi spazi ma in parte inutilizzati. Una condizione non proprio accessoria ed espressamente richiesta dal ministero della Salute nell’accordo di programma del 2007, quando appunto si decise di finanziare l’opera.

Convenienza e sostenibilità economica

Insomma, a Roma non entusiasma l’idea di tirar su un nuovo ospedale a due passi da uno mezzo vuoto. Posizione ribadita ancora nel 2012, quando il progetto viene depennato e il ministero chiede di chiarire «la funzione di rete che si intende attivare con l’entrata in esercizio del nuovo ospedale di Catanzaro rispetto al bacino di riferimento. Occorre dimostrare la convenienza e la sostenibilità economico gestionale e gli obiettivi di salute che si intende perseguire».

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150 posti letto da riempire

Secondo una stima, nei locali ancora inutilizzati dell’ex policlinico potrebbero essere trasferite unità operative con una dotazione complessiva di circa 150 posti letto. È questo il primo step di cui si dovrà discutere a stretto giro, capire quali reparti potranno essere trasferiti dal Pugliese al Mater Domini per saturare gli spazi vuoti all’interno di una pianificazione di massima che tenga conto anche delle unità operative da attivare – così come previsto dal protocollo d’intesa – e del considerevole incremento di posti letto da suddividere sulla base delle funzioni da assegnare ai due plessi della neonata azienda.

Deadline 2027

Tutte considerazioni che fanno parte di una fase preliminare e propedeutica al dimensionamento del nuovo ospedale, ossia di quanti posti dovrà essere dotato, quali reparti dovrà contenere e via dicendo ai fini della predisposizione di una prima progettazione. Il tempo non manca e nemmeno le risorse finanziarie, l’Inail ha per ora assicurato sulla piena disponibilità degli 87 milioni destinati alla realizzazione dell’opera e ha posto quale termine per la progettazione da porre a base di gara dicembre 2027. Resta da capire se questa volta la città arriverà preparata all’appuntamento.