L’assistenza di parenti o caregiver alle neo mamme all’interno delle strutture ospedaliere calabresi è una tematica su cui Anna Maria Stanganelli, garante regionale della salute, riceve numerose segnalazioni. Particolarmente delicata è la questione legata all’ospedale di Locri all’interno del quale sono emerse criticità di carattere strutturale. Per via degli spazi limitati infatti le partorienti hanno visto sensibilmente ridursi anche i loro diritti, in particolare quello di poter contare sulla presenza e l’affetto di una persona cara durante il travaglio, il parto e la degenza. 

Un incontro avuto dalla garante Stanganelli con il dottor Giuseppe Macrì, direttore dell’Uo di Ginecologia e Ostetricia del nosocomio locrese, ha dato segnali di speranza e ottimismo circa la possibilità di invertire finalmente la rotta.

«Da garante, ma soprattutto da mamma, ho voluto personalmente sincerarmi rispetto a quelle che fossero le criticità esistenti all’interno del reparto - ha spiegato Anna Maria Stanganelli - purtroppo ci sono delle carenze strutturali che ho potuto verificare, ci sono due stanze con quattro letti con i servizi igienici esterni, per cui risulta molto difficile garantire la privacy della donna. Devo dire però che ho trovato grande sensibilità e disponibilità a voler venire incontro a quelle che sono le istanze delle donne che si trovano a dover partorire all’interno di questa struttura. Da questo punto di vista infatti una prima importante notizia è che dal 6 di aprile è garantito l’accesso ad un familiare per due volte al giorno e non più una».

La garante della salute ha poi anticipato ulteriori possibili conquiste in termini di tutela dei diritti delle partorienti, ferma restando la necessità di rivedere la questione strutturale: «C’è una ristrutturazione che è in fieri come preventivato e programmato, quindi, dal momento in cui si procederà a questa ristrutturazione, pian piano potranno essere raggiunti altri risultati importanti. Tra i risultati che dovrebbero arrivare c’è la possibilità dell’assistenza durante il travaglio, il blocco operatorio coesiste con il blocco travaglio, allora si sta valutando la possibilità di creare un ingresso differenziato che, ovviamente, non interferisca con il blocco operatorio. In questo modo si darebbe allora la possibilità di assistere la donna anche durante il travaglio. Un ulteriore risultato che mi aspetto e potrebbe arrivare è poi quello dell’assistenza durante la prima notte del cesareo».

Sul suo personale impegno a tutela dei diritti delle donne partorienti all'ospedale di Locri Stanganelli ha poi concluso fiduciosa: «Questo incontro ha dato dei segnali incoraggianti. Io ritengo che il garante sia un veicolo importante ma se non c’è la collaborazione dei medici, che si prodigano ogni giorno per dare poi riscontro alle segnalazioni che arrivano in ufficio allora tutto questo non sarebbe possibile. Bisogna lavorare in sinergia, fare rete e i risultati, sono certa, non tarderanno ad arrivare».