Se la sanità calabrese del futuro sembra essere stata disegnata, il vero nodo da sciogliere è la drammatica assenza di personale medico se non vogliamo che le questioni di cui si sta discutendo tanto animatamente in questi giorni si trasformino in Cattedrali del deserto. Cogliere l’obiettivo non è semplice perché in tutto il Paese c’è carenza di camici bianchi. In Calabria ne servono almeno 2500, un esercito. Un fenomeno dovuto almeno a due fattori: non solo il numero chiuso per l’accesso alle Facoltà di Medicina, ma anche per la tendenza di molti dottori a lasciare il pubblico per andare a lavorare dai privati dove si viene pagati di più e si rischia di meno.

Lunedì la trasmissione Rai “Report” ha dedicato un pezzo della puntata al fenomeno. La trasmissione voleva parlare dell’arrivo in Calabria dei medici cubani che palesemente non possono essere la soluzione. La scelta ci sembra piuttosto complicata e per certi versi spericolata. Basti pensare che l’intesa con la società interinale cubana è stata siglata in agosto e che i primi 51 medici arrivati sono ancora alle prese con i corsi d’italiano nei cubi dell’Unical.

Detto questo fa molto bene il presidente Occhiuto a non piegarsi alla logica delle cooperative di medici. Come aveva già denunciato in consiglio regionale, il Governatore ha ricordato come un medico assunto costi, compresa ogni voce retributiva, 6700 euro al mese; i lavoratori a somministrazione costano 1200 euro al giorno ovvero 50.000 euro al mese. Per tradurlo in tariffe orarie: un anestesista del servizio pubblico costa 40 euro l’ora, una di queste cooperative, la Cmp di Bologna, piazza i suoi  a 135 euro l’ora.

Un’enormità che sembrerebbe fuori mercato. Non è così e a Reggio Calabria lo sanno bene, visto che l’Asp lo scorso 20 settembre ha proceduto all’affidamento diretto alla Gap di Pisa si un accordo che prevede il “fitto” di medici a 150 euro l’ora. Solo dopo l’affidamento a qualcuno è venuto un dubbio e ha chiesto all’Anac se il prezzo fosse congruo, ma era il 4 ottobre.

Non serve aggiungere altro per capire che il lavoro a somministrazione non è la strada giusta. La realizzazione di due policlinici universitari, invece, sicuramente renderebbe più attrattivo venire in Calabria per chi vuole intraprendere una carriera accademica. Questa però è una soluzione di lungo termine, ma i nostri ospedali hanno bisogno di rinforzi ora. Questa è la prossima grande sfida che attende il commissario/governatore.