Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
«Sarà un Natale bellissimo!». È commossa e anche un po’ incredula mamma Alessandra mentre stringe tra le sue braccia la piccola Maria Francesca, nata prematura dopo poco più di 6 mesi di gestazione e che, a pochi giorni dal Natale, può finalmente tornare a casa dall’ospedale.
Quella di Alessandra sembrava una gravidanza tranquilla, ma alla 26° settimana alla giovane mamma si rompono le membrane provocando la fuoriuscita del liquido dal sacco amniotico.
La paura di mamma Alessandra
Di corsa viene ricoverata all’ospedale Annunziata di Cosenza. Inizia il periodo di paura e sofferenza per la mamma e la piccola. Per non peggiorare la situazione l’unica soluzione era far nascere la bambina. Troppo presto: ha appena 28 settimane, pesa 750 grammi e gli organi, a partire dai polmoni, non sono ancora completamente sviluppati.
«È stata dura. Pensavo che non ce la facesse ma mi sono dovuta ricredere: è stata una piccola guerriera», afferma con orgoglio mamma Alessandra.
La puntata di LaC Salute con la storia di Maria Francesca
Le complicanze della prematurità
Maria Francesca ha avuto alcune complicanze legate alla prematurità: retinopatia, diverse infezioni e un’ernia inguinale per la quale è stata sottoposta a intervento chirurgico.
«Oggi il mio grazie va all’equipe medica che con competenza e qualità si è occupata di nostra figlia - dice papà Massimo -. Non è stato semplice affrontare la prematurità ma qui abbiamo trovato una famiglia».
Una neonatologia di eccellenza
Quindici anni fa la sopravvivenza dei prematuri era bassissima. Oggi la percentuale è fortemente cresciuta, come spiega Gianfranco Scarpelli, direttore dell’Unità operativa complessa di Neonatologia e Tin.
«Nel 2017 - afferma il medico - si ha la possibilità di far sopravvivere bambini nati prima della 28° settimana. Questo grazie al progresso della medicina, alla ricerca in ambito neonatale che si è focalizzata per trovare soluzioni sempre più personalizzate».
Il reparto di neonatologia dell’ospedale Annunziata di Cosenza è centro di riferimento regionale della chirurgia pediatrica e delle gravidanze a rischio, presente nel database del Network internazionale Vermont Oxford, che pone il nosocomio cosentino in ottima posizione con riferimento al contrasto della mortalità neonatale e alla qualità assistenziale.
Negli anni si è attrezzato di tecniche di elevata specializzazione «che consentono di garantire le migliori prestazioni ai neonati e alle mamme, riducendo la migrazione sanitaria per tante patologie complesse». «Questo grazie alla qualità dell’assistenza che viene offerta», conclude con soddisfazione il direttore Scarpelli, che ci anticipa con soddisfazione anche le novità previste per il 2018: «Avremo 4 posti di terapia intensiva pediatrica, unici in Calabria».
Rosaria Giovannone