Smi interviene dopo la polemica tra il sub commissario al piano di rientro e Fratoianni (Sinistra italiana): «Le cause dell’aumento della spesa sono più complesse, certi toni mettono i dottori alla berlina e delegittimano il loro lavoro»
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«In questi giorni la Commissione appropriatezza prescrittiva del Distretto Tirreno sta recapitando lettere ai medici di medicina generale dell’Asp di Cosenza che intimano ai professionisti di stare dentro i limiti della spesa farmaceutica a causa degli obblighi del piano di rientro: si sta tendando di colpevolizzare i medici di medicina generale». Così dice, in una nota, la segreteria regionale Calabria dello Smi, Sindacato medici italiani. Il caso è quello delle multe da 10mila euro recapitate ad alcuni medici del Cosentino che avrebbero prescritto farmaci (soprattutto gastroprotettori e analgesici) in maniera inappropriata. Lo ha denunciato ieri uno dei medici, Angelo Broccolo, e la sua denuncia - finita anche su Repubblica - è stata ripresa da Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, che è anche il partito di Broccolo. La Regione ha risposto in maniera dura: il sub commissario al piano di rientro Ernesto Esposito ha difeso le sanzioni e spiegato che «finalmente» chi sperpera denaro pubblico viene punito anche in Calabria.
La polemica, però, non si è esaurita e oggi Smi interviene per difendere le scelte dei medici: «Per abbattere la spesa farmaceutica, per primo, bisogna valutare alcune questioni importanti. Innanzitutto non si può far pesare la spesa farmaceutica di una azienda sanitaria di ogni parte d’Italia sulle spalle del medico di medicina generale perché sono vari i fattori che contribuiscono alla crescita di questo costo su cui bisogna una volta per tutte fare delle specifiche riprogrammazioni». Per il sindacato «bisognerebbe avviare una rivisitazione del prontuario farmaceutico, dei farmaci di fascia A e di fascia C con l’eliminazione di tanti medicinali ormai obsoleti di vecchia generazione che rimangono ancora a carico del Sistema sanitario nazionale».
«Altra questione - continua la nota - è quella riferita a casi in cui si appura che vi sono medici che fanno prescrizioni inappropriate o non in sintonia con le modalità previste dalla legge. Questi casi possono essere perseguiti dalla legge, appurato che si è davanti ad un illecito». Va ricordato, però, che «i casi singoli di violazione delle regole di contenimento della spesa farmaceutica sono ben altra cosa rispetto alle questioni generali inerenti alle responsabilità contabili e amministrative della spesa farmaceutica».
Per Smi, invece, «le lettere dal sapore intimidatorio di questi giorni giunte ad alcuni medici di famiglia hanno il solo effetto di mettere in discussione il lavoro dei medici, che vengono messi sotto accusa facendoli passare come unici responsabili dell’aumento improprio della spesa farmaceutica. In questo