Sono 2.500 i medici che attualmente mancano negli ospedali calabresi. È quanto emerge dal report presentato questa mattina da Uil Calabria che ha analizzato il fabbisogno di personale per singola azienda sanitaria e ospedaliera. Un dato riferito dalla Regione Calabria, mentre allo stato sono 450 le richieste di trasferimento di camici bianchi all'estero, negli ultimi 10 anni il tasso di trasferimenti è stato del 15%.

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Da qui l'appello del sindacato a procedere con un piano straordinario delle assunzioni in sanità e la richiesta al Governo nazionale di derogare la norma che applica i tetti di spesa alle nuove assunzioni. Lo hanno ribadito nel corso della conferenza stampa il segretario della Uil Fpl Walter Bloise e la segreteria generale della Uil Calabria Maria Elena Senese.

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«Un report molto dettagliato sui ritardi della sanità calabrese e sui reali fabbisogni delle nostre strutture ospedaliere e delle nostre asp» ha chiarito la segreteria. «Un report che serve per mettere in evidenza le criticità della Regione Calabria in termini di diritto alla salute e per ancora una volta sottolineare come siano troppi anni a cui ai cittadini calabresi è negato il diritto alla salute. Il 43% dei calabresi si rivolge al nord per le proprie cure, negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una emigrazione dei medici del 15,4% e 6,7% degli infermieri, registriamo delle liste d'attesa eccessivamente lunghe, per una mammografia bisogna aspettare 271 giorni e un anno per gestire le colonscopie. Si parla tanto di prevenzione ma se non riusciamo a garantire un servizio sanitario efficiente vuol dire che non stiamo facendo il nostro lavoro».

Liste d'attesa

Il riferimento ai lunghi tempi di attesa per ottenere le visite mediche riguarda l'Asp di Vibo Valentia. A Crotone per una visita oncologica si può rimanere in attesa anche 176 giorni. Così sono molte le persone che rinunciano a curarsi, secondo la Uil. Una flessione che ha riguardato tutte le fasce d'età ma maggiore per gli anziani. Rispetto al 2019 aumenta il numero delle persone che ha pagato a sue spese le visite specialistiche: dal 37% al 41,8% nel 2022; per accertamenti diagnostici si va dal 23% al 27,6% nel 2022. Per la Uil aumenta così il numero dei pazienti che si indebitano per pagarsi le cure o che lasciano la Calabria: il 43%. Anche sul fronte dell'impegno dei camici bianchi si registrano criticità,  nel 2023 sono state 39 le aggressioni; in 20 casi un paziente, 10 volte un parente o familiare del paziente.

Per far fronte alla cronica carenza di personale la Uil ha chiesto una deroga ai tetti di spesa. «Quando si predispone un piano del fabbisogno necessariamente bisogna rispettare il vincolo di spesa» - ha chiarito Walter Bloise. «Nonostante ciò i fabbisogni pur rispettando i vincoli di spesa hanno una capienza, ma storicizzata. La proposta del sindacato è di modificare le norme a livello nazionale per derogare il tetto di spesa, almeno in sanità perché la Calabria ha necessità di recuperare il terreno perduto».

Il tetto di spesa alle assunzioni di personale è parametrata, secondo quanto si legge nel report, all'anacronistico 2004, incrementate dell'1,4%. Inoltre, non si assegnano le giuste risorse per i rinnovi contrattuali e per il salario accessorio.

Chiesto un confronto con la Regione

Il sindacato chiede alla Regione un confronto sui contenuti: «Avanziamo proposte per precise e le avanziamo al Governo nazionale, perché la Calabria da troppo tempo soffre in termini di diritto alla salute e per questa ragione va previsto un piano di risorse straordinario legato ad un piano straordinario di assunzioni. È necessario il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e il rinnovo dei contratti decentrati integrativi. Solo così si può pensare ad un cambio di passo per una regione che soffre da tanto tempo» - ha concluso la segretaria regionale Senese.