Sedici negli ospedali hub di Polistena e Locri, 10 in quelli di Gioia Tauro e Melito Porto Salvo. È la divisione dei 52 (su 497 in totale che arriveranno in Calabria) medici cubani che prenderanno servizio nelle strutture sanitarie dell’Asp di Reggio Calabria. A svelarlo un provvedimento della stessa Azienda sanitaria provinciale guidata dalla commissaria Lucia di Furia, che è anche in cerca di un servizio alberghiero per i professionisti per un periodo di sei mesi prorogabili di altri sei.

Chi vorrà candidarsi ad ospitare i medici dovrà quindi aderire all’avviso entro la fine del mese. «Le soluzioni abitative – si legge nell’avviso pubblico - dovranno essere dotate di acqua, luce, gas, mobilio, elettrodomestici, utensili da cucina o servizio pasti, ricambio biancheria o presenza di lavatrice, internet, climatizzazione (caldo freddo)».

Un avviso che rientra nell’accordo quadro che la Regione Calabria aveva siglato con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. Un accordo che aveva scatenato nei mesi scorsi un serie di polemiche tra sindacati e ordini professionali nazionali e calabresi da una parte e la Cittadella dall’altra.

Polemiche che sono proseguite nell’ultima settimana, alimentate proprio dalle condizioni stringenti contenute nella direttiva del governo cubano riportata nella lettera che quattro europarlamentari hanno inviato nei giorni scorsi al presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, chiedendogli di non avallare, con il famoso accordo sull’arrivo di circa 500 sanitari dai Caraibi, questo tipo di regole.