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«La Cardiochirurgia universitaria di Catanzaro non ha il possesso dei requisiti di legge per l'attività». A parlare, in una nota, i deputati del Movimento 5 stelle Dalila Nesci e Paolo Parentela, dopo una visita in reparto condotta insieme al consulente Gianluigi Scaffidi.
Una nuova ispezione che, secondo il giudizio dei pentastellati, smentirebbe la recente delibera con cui l'Asp di Catanzaro ha certificato il possesso dei requisiti. «Da qui – hanno spiegato i 5 stelle in un'apposita conferenza stampa – le ragioni del nostro specifico esposto al procuratore Nicola Gratteri, in cui abbiamo precisato che la Cardiochirurgia universitaria non ha ancora una terapia intensiva dedicata, non ha due sale operatorie dedicate ai soli pazienti cardiochirurgici, benché obbligatorie, ha 14 infermieri sui 29 imposti dalla normativa e non ha un percorso e delle procedure dedicati per la rianimazione».
«I commissari Scura e Urbani sapevano – hanno continuato i due esponenti – delle verifiche in corso da parte della commissione dell'Asp di Crotone e hanno revocato la procedura attivata soltanto all'esito sfavorevole».
Confermerebbe le tesi del Movimento e smentirebbe «l’apparato dell’insabbiamento e della vergogna, la recente realizzazione di una vetrata per isolare i pazienti cardiochirurgici nella terapia intensiva generale del policlinico universitario di Catanzaro». «Adesso sarà la Procura di Catanzaro – hanno sottolineato in conclusione – ad esaminare le carte e accertare i fatti. La verità è chiara».
Con lo stesso Scaffidi e con il consulente Tullio Laino, i parlamentari 5 stelle hanno illustrato gli altri due esposti alla Procura di Catanzaro: uno sul falso materiale prodotto nella struttura commissariale riguardo alla costituzione in giudizio della Regione Calabria contro alcuni municipi in fatto di rete ospedaliera; l'altro sul recente decreto commissariale che ha modificato la normativa sull'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture sanitarie.