Un ospedale virtuale vero e proprio senza fila al Cup. Niente lunghe soste in sala d’attesa, ma solo un clic per dare il via a un video consulto. Doctorium è la piattaforma sanitaria privata lanciata online da tre medici catanzaresi e una cosentina nel 2019 che, una volta carburato, ha fatto incetta di riconoscimenti nazionali e sfondato il muro delle 10mila visite. Nel 2022, per citare un numero, ha ricevuto più del doppio di richieste rispetto ai dodici mesi precedenti.

La lampadina si accese al dottore Eugenio Marino, anestesista rianimatore, che per necessità seguì a distanza un parente dandogli assistenza in un momento drammatico. Ritenne che il metodo applicato potesse riproporsi allargando il campo a tutti, azzerando gli spazi e i tempi classici della sanità. Risposte rapide, disponibilità totale, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per fugare dubbi, indicare terapie e fornire second opinion. Insomma, prestazioni specialistiche senza la necessità di doversi mettere in macchina e percorrere chilometri su asfalto.

Nulla che si sostituisca alla medicina frontale, ma qualcosa che invece ne ampli il raggio d’azione e che rappresenti un valido supporto, in particolare nella fase di prevenzione, grazie ai 350 professionisti con almeno 5 anni di esperienza alle spalle, che coprono tutte le aree di competenza presenti in un ospedale di primo livello.

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Inserita tra le più innovative start-up italiane, scelta dal Comune di Biella per il servizio di telemedicina, Doctorium ha ottenuto un finanziamento di 430mila euro da Cassa Depositi e Prestiti, tramite il Fondo Venture II, nell’ambito del programma “Seed per il sud”. Vanta altri tre soci fondatori: Carmine Catalano, oculista, Oslavia De Domenico, medico di medicina generale, e Michela Carollo, allergologa. Quest’ultima è stata inserita nella “FAB50”, la classifica delle 50 storie imprenditoriali d’innovazione al femminile dell’Associazione Gamma Donna. È lei fornirci una “radiografia” di quanto realizzato in questa intervista concessa a LaC News 24.

Quali sono i vantaggi per un paziente che utilizza Doctorium?
«Avere la possibilità di poter parlare sempre con un medico specialista, direttamente dal divano di casa sua. Faccio l’esempio di una persona anziana, non autosufficiente che deve farsi accompagnare dal figlio. Doctorium non nasce da un progetto a tavolino, ma da un’esigenza reale vissuta da uno dei soci».

Quali sono i tempi di risposta nei confronti del paziente? 
«Andiamo per gradi. Vantiamo un servizio clienti attivo dalle 7 alle 23 che si rifà ad un medico di medicina generale. Per noi è fondamentale, perché indirizza i pazienti a rivolgersi alle aree adatte. L’utente viene ricontattato subito, entro venti minuti al massimo, e guidato in base alle sue esigenze in termini di orario e giorno».

È una sorta di triage telefonico…
«Sì. Chi cerca un consulto per una lussazione alla spalla, di solito chiede genericamente di un ortopedico. Grazie al servizio clienti, lo indirizziamo direttamente verso lo specialista idoneo scartando ad esempio gli esperti di ginocchia o di caviglie».

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Quanto dura un consulto?
«Mezzora, ma per la parte di psicoterapia un’ora».

Vi cercano anche dall’estero?
«Spesso gli italiani che vivono fuori si fidano solo dei medici italiani. Ieri abbiamo fatto un consulto con un connazionale che da anni vive in Indonesia».

Con Doctorium si penalizza il rapporto medico-paziente?
«Il video consulto non deve sostituire la visita frontale, ma è un valido supporto fin dalla fase di prevenzione. Nel senso: è meglio parlare con uno specialista e non con il “dottor Google” che va tanto di moda. Anziché prendere la valigia e fare il viaggio della speranza al nord, oggi ci si può far rispondere da casa. Ci chiedono tante second opinion, e garantiamo il follow up a distanza. Abbiamo anche una chat che resta attiva per i successivi cinque giorni al consulto sulla piattaforma dove potersi confrontare ancora con il medico. Il tutto con la massima privacy prevista dalla legge».

Ci sono pregiudizi da colleghi o pazienti?
«Lato paziente sono relativi sempre alla barriera dell’on-line. Temono di perdere quel famoso rapporto medico-paziente di cui sopra, ma tutti i nostri specialisti hanno un’esperienza tale da saper gestire la cosa. In fondo, che sia web o meno, il rapporto si genera in base all’empatia. Per quanto riguarda i colleghi, i più giovani sono diffidenti, inaspettatamente troviamo più aperture e grande interesse da chi è andato in pensione. Da non credere».