VIDEO | Anniversario di protesta con un sit-in nel mancato cantiere. La mobilitazione organizzata dall'associazione Pro Salus con i sindaci Ranuccio e Alessio
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Quattordici anni esatti dalla firma dell’accordo Stato-Regione, per la costruzione del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro, e dell’anniversario non si è dimenticata l’associazione Pro Salus che si è data appuntamento nell’area di un cantiere che a palmi non è mai partito. I manifestanti, assieme ai sindaci Giuseppe Ranuccio e Aldo Alessio, delegato alla sanità dell’associazione intercomunale Città degli Ulivi, hanno formato sul terreno il numero 14 – con dei ceri che simboleggiavano le candeline di una torta – rinnovando la protesta che fa assomigliare questo territorio a quelli di Sibari e Vibo Valentia, dove pure si è in attesa delle strutture indicate in quell’accordo fatidico.
Il nuovo ospedale della Piana
«L’ultimo ostacolo in ordine di tempo – ha detto Stefania Marino – è la rimozione di due tralicci per cui si erano impegnate la società Terna e la Regione, ma a distanza di un anno nulla è stato fatto». Del sospetto che la necessità di interrare i fili dell’alta tensione sia solo una scusa, ha parlato il medico Pino Randazzo. «Si tratta di fare una galleria di pochi metri – ha detto – e a me sembra che ci sia solo una congiura contro la costruzione dell’ospedale, qualcuno che trama per non fare».
Oltre al problema dei tralicci, e dopo aver rimosso dei reperti considerati di interesse archeologico, c’è un’altra questione da risolvere. «Attendiamo la caratterizzazione dei rifiuti – ha detto il sindaco Ranuccio – per poter decidere se va fatta la bonifica oppure no». Secondo Marino «né i tralicci, né la pulizia del terreno avrebbero dovuto fermare il cantiere che è solo delimitato ma è accessibile a tutti». Altri sospetti, che in questo caso riguardano l’atteggiamento di un’impresa di costruzione «che con noi non dialoga e ancora deve completare il progetto definitivo».
L'ospedale della vergogna
Anniversario con appello finale. «Questo ospedale è una vergogna – conclude Ranuccio – e visto l’impegno che il presidente Occhiuto mette per salvaguardare la reputazione della Regione, solo un suo intervento diretto potrebbe portare a quell’accelerazione che fin qui è mancata».