Una febbre lieve il giorno di Natale trattata in casa con i sintomi di una banale influenza stagionale poi il ricovero ospedaliero e infine ieri il trasferimento a Catanzaro nel reparto di Rianimazione del presidio Mater Domini dell’azienda ospedaliero universitaria Dulbecco. Sono gravi le condizioni di un 38enne, originario del Vibonese, sottoposto in urgenza al trattamento ecmo per una severa forma di polmonite.

Il picco influenzale

Uno dei tanti casi in cura nella terapia intensiva dell’ex policlinico catanzarese giunta in questi giorni a saturazione per effetto dell’influenza stagionale che ha toccato il picco nei primi giorni del nuovo anno. È emergenza in tutta Italia, presi d’assalto i pronto soccorso, e in Calabria - come nel resto dello Stivale - l’influenza stagionale mostra i suoi pesanti effetti nella forma di patologie virali e batteriche che colpiscono le via respiratorie determinando gravi polmoniti.

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Il trattamento ecmo

Per la maggior parte dei pazienti ricoverati nella Rianimazione del Mater Domini si è reso necessario il trattamento con ecmo, unico presidio in Calabria ad eseguirlo. Si tratta dell’ossigenazione extracorporea applicata nei casi di severa insufficienza respiratoria al fine di supportare le attività di cuore e polmoni evitandone l’affaticamento e vicariandone la funzioni. Il macchinario salvavita era assurto all’onore delle cronache nel periodo più buio dell’emergenza pandemica quando anche i più giovani venivano duramente colpiti dall’infezione.

L'influenza colpisce anche i giovani

Una condizione che si sta replicando in queste settimane con trentenni che mostrano i sintomi della polmonite ma senza aver contratto il covid. I ricoverati in terapia intensiva all'ex policlinico hanno una età compresa tra i 35 e i 65 anni. «Non è la prima volta che accade» spiega Lucio Cosco, primario del reparto di Malattie infettive del presidio ospedaliero Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. «Circa tre anni prima della diffusione della pandemia è circolata una brutta influenza con un virus molto simile a quello della spagnola che ha provocato anche morti».

Come la spagnola

Secondo l’infettivologo, l’influenza oggi in circolazione comporta effetti più severi a causa della diminuzione delle difese immunitarie determinata dal lungo utilizzo delle mascherine, nel periodo pandemico, a cui non ha fatto però seguito una adeguata copertura vaccinale. «Colpisce di più i giovani che non si vaccinano, al contrario delle persone più mature che nel corso della loro vita sono entrate in contatto con variazioni antigeniche di virus simili e hanno sviluppato le difese immunitarie».

Anche il covid

Non solo influenza stagionale, il picco invernale che sta mettendo a dura prova gli ospedali di tutta Italia ingloba una nuova recrudescenza dell’infezione da covid. Una parte della Rianimazione dell’ex policlinico universitario catanzarese è dedicata al ricovero di questi casi, satura al 70%. La variante oggi in circolazione è stata esaminata in uno studio realizzato dal dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università Magna Grecia di Catanzaro in collaborazione con l’Unical di Rende.

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La ricerca

I ricercatori (Raffaele Giancotti, Ugo Lomoio, Barbara Puccio, Giuseppe Tradigo, Patrizia Vizza, Carlo Torti, Pierangelo Veltri e Pietro Hiram Guzzi) hanno osservato un aumento nella velocità di trasmissibilità del virus correlata all’assenza di copertura vaccinale. «Bassissima in questo periodo» spiega Pietro Hiram, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio.

La tempesta perfetta

«Ad esempio, la variante Omicron diffusa successivamente alla prima campagna vaccinale aveva una simile velocità di trasmissione ma decisamente più blanda nei sintomi. La caratteristica della variante oggi in circolazione a livello molecolare si distingue per la capacità di saltare ogni difesa immunitaria unita al deciso calo di restrizioni. Una tempesta perfetta determinata dal mix di assenza di protezione e maggiore velocità di diffusione da parte del virus».