In principio fecit la circolarizzazione del debito complessivo (puntualmente rinviata). Al netto ovviamente dei Lea da portare al limite della civiltà e degli esercizi (almeno due) da chiudere con il sorriso. Queste fino a prova contraria le regole di ingaggio per puntare ad uscire dal commissariamento della sanità di Calabria, ostinatamente voluto dal presidente di Regione in quota me medesimo con reiterati Decreti Calabria a certificarne pieni poteri.

Pian piano però ci si sarà resi sommessamente conto che avere la sanità in mano avrebbe solo scavato la fossa più grande e così, sempre pian piano, ci si è messi legislativamente a lavoro per modificare le stesse regole di ingaggio così da puntare all'uscita dal commissariamento in modalità più "light", meno onerosa e impegnativa. Alla chetichella. Stile avanzata francese e ritirata spagnola. Ci ha provato per primo Ciccio Cannizzaro, suo sulla carta un criptico emendamento sparito poi nel nulla qualche settimana fa e pare neanche caricato a sistema. Ci provano invece in queste ore e in totale evidenza Daniela Ternullo e Adriano Paroli, alzi la mano chi li ha mai sentiti fin qui o ancor meno chi è pronto a giurare che abbiano la Calabria in testa e nel cuore.

Niente di tutto questo, evidentemente. Sono solo in epigrafe gli intestatari formali di un complesso emendamento presentato in Affari costituzionali del Senato destinato a poter rivoluzionare ancora una volta la salute conterranea (dentro ci finisce anche il Leone forever fino al 2027).

L'emendamento prevede che chiusi (e non si sa come) i bilanci vecchi delle Asp di Reggio e Cosenza (dopo aver sostanzialmente creato uno scudo penale per chi li firma) si può procedere a una uscita dal commissariamento. «Alla data di approvazione dei bilanci aziendali - si legge nella prima parte dell’emendamento - di cui al primo periodo, alla regione Calabria non sono più applicabili le disposizioni di cui all'art. 4 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222 e le funzioni del commissario ad acta e dei sub commissari in carica tornano nella competenza degli organi regionali».

Niente più forma di commissari in campo allora? Uno piccolino si, si prevede la nomina di un commissario straordinario per «fronteggiare le particolari criticità in cui versa il sistema infrastrutturale ospedaliero pubblico della regione Calabria, nel rispetto delle tempistiche per il perseguimento degli obiettivi riconducibili al piano nazionale di ripresa e resilienza». In particolare, «con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è nominato un commissario straordinario con il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali e di riqualificazione della rete ospedaliera regionale». Viene infine previsto che, «ai fini dell'esercizio dei propri compiti, il commissario straordinario opera sino al 31 dicembre 2026 e ove necessario, può provvedere, a mezzo di ordinanza, sentite le amministrazioni competenti, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale».

Sembrava chissà cosa ci volesse per uscire dal commissariamento. Ovviamente tutti falliti uno dopo l'altro. E invece bastava cambiare le regole del gioco e "il gioco è fatto"...