Le note di ‘Suoni di Vita’ culleranno i neonati della T.I.N. dell’Annunziata di Cosenza, diretta dal dottor Gianfranco Scarpelli, in un progetto di Musicoterapia, siglato dalla convenzione tra il Conservatorio Statale di Musica della Città di Cosenza, diretto dal prof. Francesco Perri e l’Azienda Ospedaliera. L’esecuzione di brani del repertorio classico e le improvvisazioni di composizioni musicali con voce e strumenti hanno l’obiettivo di ridurre gli elementi di disturbo e di stress dei neonati legati alle attività assistenziali medico-infermieristiche e a tutti gli stimoli dolorosi, luminosi e rumorosi presenti durante la loro degenza. Il progetto avrà la durata di cinque anni con un iniziale ingresso bisettimanale; in T.I.N. oltre agli allievi del Conservatorio ci saranno anche i genitori dei piccoli pazienti.

 «Sono genitori provati – ha detto la dottoressa Maria Raffaella Ramundo, referente del Progetto - disorientati ed impauriti da un’esperienza inaspettata ed imprevedibile, con un bagaglio colmo di emozioni e paure, di sorrisi e lacrime alla costante ricerca di parole e gesti confortanti da parte di tutti, non è affatto semplice incrociare lo sguardo dei genitori e comunicare con umanità e professionalità». In reparto ci saranno gli allievi del biennio di didattica della Musica del Conservatorio di Cosenza: Enza Cristofaro - voce, Valentina Giapparrone – violoncello, Francesco Mauro - violino e chitarra, Cristina Martino – violino. Gli allievi saranno guidati dal coordinatore del progetto di Musicoterapia professoressa Raffaella Iuvara e dalla referente dei tirocini professoressa Maria Innocenza Runco.

«Già da tempo siamo impegnati – ha dichiarato il direttore della Neonatologia e TIN, Gianfranco Scarpelli – a promuovere processi di umanizzazione delle cure, in un dipartimento, quello materno-infantile, che proprio per le peculiarità dei pazienti e per l’efficacia delle cure deve necessariamente tener conto e includere il rapporto genitoriale e strategie di controllo dello stress di bambini e genitori. Progetti come questo rientrano a pieno titolo nei processi di Umanizzazione delle Cure’ intese a rendere più confortevoli i luoghi e gli spazi dell’assistenza ospedaliera, a migliorare i percorsi diagnostici e terapeutici del malato che racchiude in sé non solo la malattia, ma la sua condizione fisica, psicologica e sociale». «L’esperienza clinica ha dimostrato – ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’Azienda ospedaliera, De Salazar – che l’accoglienza, l’attenzione all’anima dei nostri pazienti ed in questo caso anche ai genitori, sono parte integrante delle cure». «Questa iniziativa meritoria - ha detto inoltre il Commissario – è rivolta anche a tutti noi operatori sanitari, per non farci mai dimenticare che anche un sorriso, una carezza in più aiutano la guarigione».