Rimangono accesi i riflettori sulla sanità calabrese a pochi giorni dal duro colpo subito dall’Asp di Vibo Valentia, sciolta per infiltrazioni mafiose e affidata per 18 mesi a una commissione straordinaria. Un settore che stenta a trovare pace e lavoratori provati da condizioni inadeguate. In questo contesto si inserisce la campagna nazionale dal titolo “Sanitari, curiamoci di noi” promossa da Funzione Pubblica Cgil e a difesa, appunto, dei diritti dei lavoratori della sanità.

Dopo aver toccato già diverse regioni italiane e raggiunto numerose strutture ospedaliere il tour della Cgil ha inaugurato questa mattina la sua quattro giorni calabrese partendo dalla visita proprio all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Quattro giorni di ascolto e confronto con il personale sanitario sulle criticità che quest’ultimo è chiamato ad affrontare quotidianamente.

«Ad oggi abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa – spiega Bruno Russo, giovane operatore socio sanitario -. Abbiamo risorse molto limitate, ci troviamo in molti casi, soprattutto in ospedali di provincia come questo di Vibo Valentia, a fare turni con il personale ridotto e quindi il lavoro è maggiorato per noi ma lo stipendio non è adeguato minimamente.  Nel privato il servizio c’è, il personale c’è, i fondi ci sono, mentre nel pubblico sembra un’epopea.  Soprattutto se si deve prenotare una visita, se si deve accedere a un pronto soccorso.  Il pubblico poi se la prende con chi ha di fronte, anziché andare nelle aziende e prendersela con chi gli dovrebbe».

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