In una nota il sindacato di base mette all'indice il bando per il reclutamento dei rilevatori: «Si spostano le responsabilità politiche sulle spalle dei lavoratori»
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«Come unione sindacale di base ci eravamo già espressi in merito al sistema Sanibook, denunciando come più che uno strumento per controllare la qualità del sistema sanitario regionale fosse solo un sistema mirato a delegittimare la sanità pubblica, già depotenziata in personale e mezzi, per saziare gli appetiti dei privati». Lo si legge in un comunicato diffuso da Usb Calabria. «Anche per questo, troviamo oltremodo sconcertante che la Regione Calabria continui in questa direzione sperperando risorse pubbliche, per inviare degli “ispettori” che senza nessuna qualifica in ambito medico dovrebbero verificare lo stato di salute del nostro sistema sanitario. Un milione di euro per reclutare 240 “rilevatori del grado di umanizzazione dei servizi sanitari”, sono queste le testuali parole del bando».
«Come Usb pensiamo che la regione possa tranquillamente evitare di spendere soldi, basta farsi un giro in qualsiasi pronto soccorso calabrese o in uno dei reparti sovraffollati sparsi in tutta la regione o parlare con chi ha avuto la sventura di chiamare il 118 per verificare il tempo di intervento delle ambulanze, per capire che il sistema sanitario regionale è completamente disumano! È disumano sia per le persone bisognose di cure, che per i lavoratori, costretti a turni massacranti che violano il diritto al riposo e alle ferie.
«Un sistema sanitario già collassato in epoca pre-pandemica, distrutto da 13 anni di commissariamento con la perdita di 18 ospedali e 40mila unità lavorative, non può che essere semplicemente disumano! Anche in questo caso così come è successo per la creazione del Sanibook, mentre i pazienti non hanno cure e i lavoratori vengono aggrediti, invece di affrontare il cuore del problema aumentando le risorse necessarie al sistema sanitario regionale, con l’invio dei “rilevatori” si cerca di spostare le responsabilità politiche sulle spalle del singolo lavoratore in corsia che per la Regione diventa il capro espiatorio di anni di malagestione e truffe politiche.
«Inoltre, visto che i rilevatori - continua il comunicato - per bando non sono tenuti ad avere competenze di ambito sanitario, ci sembra oltre modo offensivo nei confronti dei professionisti del SSR che personale non formato possa giudicare l’operato di coloro i quali hanno speso anni di studi e di lavoro per maturare la propria formazione professionale. Un milione di euro sarebbe potuto servire per reclutare medici, infermieri, oss, ostetriche, tecnici, figure di cui ha realmente bisogno il nostro sistema sanitario, ma paradossalmente viene speso in un'operazione che rischia di delegittimare ulteriormente un sistema sanitario pubblico già ridotto ai minimi termini.
«Per questo motivo invitiamo la Regione a ritirare il bando per il reclutamento dei “rilevatori”, e di avviare concrete politiche di ristrutturazione del sistema sanitario regionale. Qualora questa richiesta non venga accolta, come USB siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione del settore sanitario su tutto il territorio regionale e avviare ogni iniziativa finalizzata alla salvaguardia della sanità pubblica calabrese».