Era stata salutata con comprensibile entusiasmo la chiusura dell’accordo che avrebbe consentito al personale sanitario che opera nelle aree maggiormente esposte a rischio e a stress di ricevere una indennità economica. Si era a febbraio e la Calabria già in ritardo nella definizione degli emolumenti benché il Governo avesse stanziato apposite risorse.

Non un centesimo

Trascorsi cinque mesi, non un centesimo in più è stato liquidato agli addetti del comparto in forza ai Pronto soccorso e alle centrali operative del 118, reparti individuati nell’accordo tra i beneficiari dell’indennità. «Oltre il danno anche la beffa» commenta Stefano Sisinni, responsabile regionale del Nursing Up, tra i sottoscrittori dell’accordo rimasto per ora lettera morta.

Lettera morta

In particolare, si prevedeva una sorta di compensazione a titolo di ristoro per le particolari condizioni di lavoro del valore di 66,62 euro mensili da corrispondere al personale impiegato nei reparti di pronto soccorso, nelle centrali operative di 118, nei pronto soccorso pediatrici e ostetrici oltre che nei punti di primo intervento.

A bocca asciutta

La trattativa era andata avanti per settimane al fine di individuare e quantificare la platea di beneficiari (1.443 unità di personale) ma in realtà l’accordo non ha mai trovato applicazione perché mai recepito con un provvedimento regionale e mai notificato alle aziende affinché provvedessero alla liquidazione dei compensi pattuiti in sede di confronto sindacale.

Iniziative clamorose

Un sollecito è quindi arrivato nei giorni scorsi a mezzo pec al dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria e alla struttura commissariale per chiederne «l’immediata applicazione», da parte del sindacato Nursing Up che oggi annuncia «iniziative clamorose» e denuncia «gravi condotte antisindacali».

Nella busta paga di agosto

Nella lettera trasmessa al terzo piano della Cittadella si chiede infatti la corresponsione dell’indennità «nella prossima busta paga del mese di agosto, con riserva di eventuali azioni da intraprendere nel caso l’inadempienza dovesse protrarsi ulteriormente». Un ritardo bollato come «intollerabile» dal responsabile regionale del sindacato «trattandosi di personale che quotidianamente si adopera, con grande spirito di sacrificio viste le attuali condizioni di lavoro, per garantire il servizio di emergenza urgenza sanitaria ai cittadini».