«Si premia chi il covid lo ha visto da lontano e non chi se lo è meritato sul campo, affrontando la pandemia a mani nude. Non dimentichiamo che tre anni fa non avevamo tute, né guanti, né mascherine». È forte il disappunto tra i medici convenzionati del 118 rimasti esclusi dalle indennità che le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi hanno liquidato a tutti i sanitari esposti in misura minore o maggiore all'infezione da covid, ma non a chi la pandemia l'ha vissuta a stretto contatto con i pazienti all'interno delle ambulanze.

Umiliazione

«L'indennità covid è l'ultima di una lunga serie di umiliazioni che i medici convenzionati del 118 stanno subendo» chiarisce Saverio Ferrari, medico convenzionato del 118 della provincia di Catanzaro. «Ormai non ci meravigliamo più di nulla perché non si può non capire che l'avamposto della lotta al covid siamo stati noi. Non posso pensare che l'ufficio commissariale non sappia che il trasporto dei pazienti covid - accertati e non - lo abbiamo fatto noi. Per cui hanno deciso di riconoscere il premio magari ad un dermatologo dell'ospedale di Lamezia o del Pugliese Ciaccio mentre ai medici del 118 hanno ben pensato, per problemi burocratici e legislativi, di non darlo». 

Demedicalizzazione

I medici convenzionati del 118 sono stati, infatti, esclusi perché svolgono servizio in forma di convenzione e non alle dipendenze delle aziende. Nell'accordo sottoscritto nel luglio del 2020 dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali la categoria risultava inclusa ma le aziende non hanno mai avuto una chiara indicazione da parte della Cittadella. «Questo dimostra in maniera chiara e lampante - prosegue il medico del 118 - che c'è disinteresse nei confronti di questo servizio. Quindi, o siamo governati da irresponsabili oppure il vero obiettivo della Regione è demedicalizzare il 118. Lo facessero pure ma assumendosi la responsabilità di fronte a 1.800.000 calabresi».