VIDEO | Le Regioni possono decidere se mantenere i centri ma a proprie spese. A somministrare i vaccini ora saranno i medici di base e i pediatri (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il Governo taglia i fondi e la Calabria chiude i centri vaccinali. Rischia di prendere una piega inaspettata la lotta al Covid a queste latitudini a seguito della nota trasmessa a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere dal coordinatore per il contrasto all'epidemia, il generale Antonio Battistini. La comunicazione è una diretta conseguenza della cessazione degli effetti dell'accordo quadro con il quale finora il Governo aveva garantito fondi alle Regioni per il reclutamento di personale da destinare ai centri vaccinali.
In autonomia
Si tratta, in sintesi, dei sanitari assunti attraverso agenzie interinali il cui costo era interamente sostenuto da fondi che Roma aveva messo a disposizione durante i due anni più duri della pandemia. Oggi con le risorse venute meno, le Regioni possono scegliere in autonomia se continuare le attività dei centri vaccinali ma a proprie spese o determinarsi diversamente.
Centri dismessi
È quel che è accaduto in Calabria, dove già a partire dal primo di gennaio i centri vaccinali sono stati dismessi per «l’impossibilità di reclutare direttamente personale dedicato». Una scelta controversa in un momento in cui l'offensiva del virus torna a farsi sentire. Nuovamente sotto pressione i reparti ospedalieri di area medica e le rianimazioni che in questi giorni hanno iniziato a saturarsi a seguito dell'afflusso di pazienti covid positivi, in aumento anche a causa di un generale abbassamento della guardia.
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Medici e pediatri
L'attività vaccinale, tuttavia, andrà avanti ma sulle sole gambe dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta a cui è stata demandata «l’attuazione delle disposizioni del ministero della Salute in merito alle misure di contrasto al Sars CoV2». In tal senso, si dà mandato alle Asp di procedere alla riorganizzazione dei centri vaccinali, di interessare i medici di medicina generale, i pediatri e di coinvolgere le farmacie.
Fase di normalizzazione
Secondo il disegno descritto dal generale Battistini si profila all'orizzonte una fase di "normalizzazione" nella gestione della pandemia che passa attraverso una capillarizzazione della platea di riferimento e verso una organizzazione ordinaria. D'altro canto nella missiva si evidenza come «la quarta dose rappresenta il principale mezzo di prevenzione della malattia grave, anche alla luce del quadro epidemiologico mondiale».
Risultati auspicati
Si rinuncia però ai centri vaccinali e al personale che finora ha garantito la presenza durante il susseguirsi di picchi: «Giova evidenziare - si legge nella nota - che il mantenimento in servizio, anche in regime di proroga, del personale vaccinatore, assunto tramite le agenzie di lavoro interinale, non ha garantito, in Regione Calabria, i risultati auspicati».