Si proroga al 31 marzo 2025 il termine entro il quale gli enti del Servizio sanitario della Regione Calabria sono autorizzati ad approvare i bilanci aziendali relativi agli anni precedenti il 2022”. Il decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri ripropone in parte lo scudo per i manager delle aziende sanitarie calabresi che era stato già avanzato dal senatore di Forza Italia, Claudio Lotito, in commissione Bilancio.

Il patron della Lazio, su impulso del suo collega di partito Mario Occhiuto, aveva infatti presentato un emendamento al decreto fiscale in cui si sollevava da ogni responsabilità, tranne che per casi di dolo, i manager delle aziende calabresi che approvavano i bilanci anteriori al 2022. Una norma utile soprattutto per le Asp di Cosenza e Reggio Calabria che hanno bilanci vecchissimi da approvare, alcuni dei quali, come quelli di Cosenza, al centro del procedimento penale definito “Sistema Cosenza” sulla veridicità dei documenti contabili.

All’epoca dell’emendamento Lotito il clima non era quello giusto. Si era appena consumato lo strappo fra Forza Italia e la Lega sul canone Rai e il Carroccio in commissione Bilancio aveva reso la pariglia astenendosi sull’emendamento che non ha più trovato i numeri per passare. Tanto è bastato al Pd per gridare allo scollamento delle forze di Governo e una prova di come la «Regione Calabria è debolissima e agli occhi del Governo non conta affatto».

Il decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri, contiene diverse novità in ambito sanitario che riguardano anche la Calabria, in particolare la
proroga al 31 marzo 2025 dei termini per l’approvazione dei bilanci delle aziende sanitarie precedenti il 2022. Una norma utile alle Asp di Cosenza e Reggio Calabria che hanno bilanci ormai datati ancora da approvare.

Adesso il Governo ha reinserito la norma del decreto che attende ovviamente l’approvazione da parte del Parlamento. Una norma molto più blanda perché non prevede uno scudo per i manager sanitari ma gli assegna molto più tempo per fare ordine nei conti. Su pressione certamente del presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, che replicando in consiglio regionale ai dubbi delle opposizioni sulle transazioni milionarie delle Asp di Reggio Calabria e Cosenza aveva proprio rivendicato il merito, come commissario, di aver messo in sicurezza i conti della nostra sanità. In commissione Bilancio il Pd si era opposto all’ipotesi che rischia di non fare chiarezza sui conti sanitari calabresi, ma in qualche modo questi bilanci debbono essere approvati rappresentando la strada per uscire dal commissariamento della nostra sanità.

Ma il decreto Milleproroghe contiene anche altre norme che potrebbero essere interessanti per la Calabria. Una di queste prevede la proroga al 31 dicembre 2025 della possibilità per le aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale di procedere al reclutamento di medici specializzandi, dal secondo anno, conferendo incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a sei mesi prorogabili, anche in deroga alle normative vigenti. Una norma che era contenuta nel Decreto Calabria e che tutte le regioni hanno sfruttato, vista la carenza di medici, tranne, paradossalmente, la Calabria stessa. Qui non si è mai proceduto alla contrattualizzazione degli specializzandi per il mancato nulla osta da parte dell’Università Magna Grecia di Catanzaro che ha preferito tenere i laureati per sè. Anche questo un problema da risolvere per il commissario Occhiuto.

Nel frattempo un’altra norma che potrebbe dare respiro alla sanità calabrese è quella che prevede la proroga al 31 dicembre 2025 della possibilità per le aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale di procedere al reclutamento di laureati in medicina e chirurgia, abilitati e iscritti agli ordini professionali, anche se privi della specializzazione.