«Per la creazione dell'azienda Dulbecco c'è solo l'esigenza di una sigla e una ratifica. Non serve un Dpcm, a differenza di quanto aveva stabilito il precedente ministro Speranza».

È quanto ha sostenuto il sottosegretario di Stato all'Interno Wanda Ferro intervenendo da remoto al Consiglio comunale aperto di Catanzaro sul sistema sanitario e universitario. «Da quello che mi risulta dalle mie interlocuzioni con il ministro Schillaci - ha aggiunto Ferro - il ministero della Salute lo sta già mettendo nero su bianco. Credo che già nelle prossime ore avremo delle buone notizie da parte del presidente Occhiuto che ha dato massima disponibilità alla sigla».

L’Assemblea si è focalizzata sui due temi che da settimane stanno scuotendo l’opinione pubblica, creando profonde fratture nel mondo politico: il ritardo nella fusione degli ospedali di Catanzaro per la nascita di un’azienda sanitaria unica, la Dulbecco, e l’istituzione di un corso di laurea in Medicina e Chirurgia all’Unical, scelta fortemente osteggiata (ma non solo) dall’Università Magna Graecia di Catanzaro.

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«Per le vie legali quello che compete all'Università sarà fatto», ha affermato il rettore dell’Umg, Giovanbattista De Sarro, parlando con i giornalisti a margine del Consiglio comunale aperto.

De Sarro ha reso noto che anche l'Università di Catanzaro farà ricorso al Tar contro i recenti provvedimenti regionali: «Uno è uguale a quello del Comune, l'altro – ha aggiunto il Rettore - riguarda prevalentemente l'integrazione, il riconoscimento dell'azienda Mater Domini che è sotto gli occhi di tutti e esiste da tanto tempo. Ognuno ci può scrivere di sopra, ma credo che le leggi devono essere studiate e non interpretate a uso e consumo».

De Sarro ha poi spiegato che quella che sorgerà a Cosenza «non è una seconda Medicina, è raddoppiare un corso di laurea già esistente, è un percorso differente da quello che c'è a Catanzaro. Da un punto di vista campanilistico io sono contrario, da un altro punto di vista noi stiamo combattendo per l'integrazione che è la parte più importante e fare troppa resistenza non sempre è una buona risoluzione, peraltro la mia esperienza è che, anche quando mi sono schierato contro, hanno fatto sempre quello che hanno voluto. E l'unico modo è combattere legalmente».

Il rettore ha anche specificato la sua posizione all'interno del Coruc, respingendo l'accusa di non aver difeso gli interessi dell'Università di Catanzaro: «Io avevo prima interpellato gli altri colleghi, votare contro non avrebbe portato nessun beneficio, tanto la conoscevano tutti la mia posizione. Ognuno – ha rilevato De Sarro - può interpretare l'astensione come vuole, ma era cercare di avere un ulteriore dialogo più che altro per l'integrazione, non per quello che tutti i colleghi rettori sanno e sanno benissimo, d'altro canto loro mi avevano detto che avrebbero votato in una certa direzione, perché continuare a fare la guerra? Lo sapevamo. Certo è un diniego, altrimenti avrei votato a favore».