Il servizio di emergenza-urgenza che ha sostituito il vecchio 118 può contare su nuovi mezzi e attrezzature ma a causa di un pasticcio burocratico e della poca attrattività nei confronti dei camici bianchi rischia di non decollare
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La questione del blocco delle assunzioni al 118 non può ridursi ad un semplice pasticcio burocratico. Il servizio di emergenza-urgenza è un servizio essenziale, soprattutto per la nostra regione composta da diversi comuni ubicati nelle aree interne e da un’offerta territoriale sanitaria alquanto lacunosa.
Roberto Occhiuto lo sa bene ed infatti ha deciso di investire molto per il rilancio dell’emergenza/urgenza. Del resto anche il tavolo dei ministeri affiancanti ha sollecitato il presidente/commissario in questa direzione. In uno degli ultimi incontri ha fatto notare al governatore come i tempi di soccorso non rispettino quelle che sono le previsioni di legge (interventi in area urbana in 8 minuti ed extraurbana in 20 minuti).
Gli investimenti
Da qui la decisione di rivoluzionare il sistema attraverso una serie di investimenti massicci, il più consistente dei quali è quello relativo alla realizzazione della nuova centrale operativa a Cosenza in via degli Stadi che, in tandem con quella di Catanzaro, dovrebbe gestire tutte le richieste di soccorso grazie al supporto delle più moderne tecnologie. Un investimento costato un bel po’ di quattrini. L’Asp ha acquistato lo stabile dal Comune di Cosenza per 5 milioni. Poi è stato acquistato il sistema operativo da una società, la Beta 80 Group, ovviamente di Milano, che è leader in questo tipo di tecnologie. Il software da quanto siamo riusciti a sapere è costato circa 130mila euro. A questo poi vanno aggiunti i soldi spesi per gli arredi e tutte le attrezzature.
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Occhiuto è molto orgoglioso di questa realizzazione al punto che l’ha citata anche durante la sua conferenza stampa di metà mandato come esempio positivo della sua amministrazione, invitando i giornalisti ad andarla a visitare. Del resto lui stesso l’11 marzo scorso fece un blitz serale alla centrale per mostrare ai calabresi l’efficienza del servizio sottolineando come «quando mi sono insediato le centrali operative del 118 non erano nemmeno collegate ad Internet e oggi finalmente ci sono e sono bellissime e dotate di tutte le tecnologie necessarie per assistere i pazienti che chiamano i soccorsi». Per non farsi mancare nulla la Regione, tramite l’Asp di Cosenza a ciò delegata da Azienda zero aveva acquistato anche un nuovo parco ambulanze. Ci sono quelle di seconda mano acquistate sempre dall’agenzia lombarda e quelle nuove di zecche.
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La carenza di personale
La domanda però è come si può fermare tutto questo meccanismo per un cavillo burocratico? È chiaro che è inutile mettere in campo tutte queste attrezzature se non c’è nessuno che le utilizza. Il vecchio 118 (oggi divenuto 112) ha evidenti carenze di personale. Si era proceduto ad una serie di concorsi per sopperire a questi vuoti. Quello per i medici però alla fine è risultato poco attrattivo per cui hanno partecipato solo i camici bianchi che erano già convenzionati e sono stati stabilizzati. Un gioco a somma zero, insomma.
L’altro concorso, quello per autisti, invece è bloccato. I posti a disposizione erano 115, la graduatoria finale parla di oltre 200 idonei, ma tutto è fermo. Eppure la graduatoria finale è stata pubblicata il 24 gennaio scorso ovvero tre mesi fa. Poi tutto si è bloccato per un errore formale nella delega con cui Azienda zero ha demandato all’Asp di Cosenza l’espletamento del concorso. Tutto si è fermato perchè non si capisce chi dovrà assumere questi autisti e quindi chi dovrà accollarsi i costi. Possibile, però, che in tre mesi non si sia trovata ancora una soluzione a questo problema?
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L’invito allora è ad accelerare, non solo per gli autisti ma anche per il reperimento di medici e infermieri. Altrimenti è inutile costruire, per usare una metafora, basi militari all’avanguardia se non ci sono soldati. L’estate è alle porte e con essa la mobilità e il numero delle persone presenti nel nostro territorio. Le chiamate di emergenza sono destinate quindi ad aumentare. Come affronteremo il fenomeno?