Nel dibattito interviene il sindaco di Botricello che accusa: «I sanitari scelgono le postazioni dove si lavora meno». Il commissario Asp sui turni: «Abbiamo lavorato fino all’ultimo giorno per assicurare una maggiore copertura»
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«Dobbiamo dirci la verità se vogliamo risolvere i problemi». Ad affrontare di petto la questione che da più di un anno tiene banco nell’alto ionio catanzarese – ma che ha raggiunto il suo acme di recente con l’insolita ordinanza emanata dal sindaco di Belcastro – è il sindaco di Botricello, Simone Puccio. Il primo cittadino ha più volte preso posizione pubblicamente sulle frequenti chiusure delle postazioni di continuità assistenziale sul versante ionico catanzarese, acuitesi durante le festività natalizie e così privando ampi territori di un primo accesso alle cure mediche.
Le sedi dove si lavora meno
«L’emergenza delle guardie mediche è un fatto grave che ha responsabilità chiare che vanno individuate innanzitutto nel contratto dei medici che consente di evitare le sedi dove il lavoro è più elevato» - chiarisce il sindaco contattato telefonicamente da Lac News24. Si tratta delle zone carenti, ovvero le postazioni vacanti messe periodicamente a bando dall’azienda sanitaria provinciale e che possono essere liberamente scelte dal medico al momento della sottoscrizione del contratto.
Le sedi carenti
Capita però molto spesso che le postazioni maggiormente richieste siano quelle dove la mole di lavoro è molto ridotta, soprattutto per l’esiguità della popolazione residente o per l’assenza nelle vicinanze di ulteriori bacini di utenza. Vi sono poi zone che continuano puntualmente ad andare deserte, quelle appunto dove il numero di interventi è più elevato.
A Botricello
La postazione di Botricello, ad esempio, comune situato sulla fascia ionica diventa meta di tutto il comprensorio richiamando utenza anche dai vicini territori di Cropani Marina e Steccato di Cutro, nel crotonese. Durante le festività natalizie l’ex guardia medica di Botricello è rimasta aperta solo il 31 dicembre. Una soluzione in extremis dopo le interlocuzioni avviate dal primo cittadino con l’Asp di Catanzaro.
Assunzione di responsabilità
«Intendo esprimere apprezzamento per il lavoro che l’azienda sanitaria provinciale sta compiendo. Ho trovato piena disponibilità da parte del generale Battistini e dei dottori Gallucci e Parrello, i quali sono riusciti a garantire l’apertura della postazione di Botricello nella notte del 31 dicembre. Tuttavia, - aggiunge il primo cittadino – è necessaria una assunzione di responsabilità affinché si possa raggiungere una revisione del contratto in modo da rendere un adeguato servizio sanitario alla popolazione».
Premialità per le sedi indesiderate
Il sindaco, ad esempio, suggerisce la stesura di accordi che prevedano premialità per i medici che scelgono postazioni dove si eseguono più interventi: una sorta di indennità extra.
La versione di Battistini
«La continuità assistenziale è un tema sul quale stiamo lavorando d’intesa con i sindaci nell’ambito dell’apposita conferenza ma che senz’altro bisognerà approfondire studiando strategie per renderla più appetibile» - conferma Antonio Battistini, commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro che però preferisce non commentare l’iniziativa provocatoria del primo cittadino di Belcastro: «Sul sito aziendale abbiamo reso noti i turni di continuità assistenziale durante le festività natalizie, sono da tutti consultabili».
Certificati medici a Natale
«Coprire tutti i turni non è possibile - sottolinea ancora il commissario - a causa di una risaputa carenza di medici ma a cui si è aggiunto di recente anche un elemento di “furbizia”. Abbiamo infatti ricevuto diversi certificati medici. Dopo la riunione aziendale convocata per giovedì 9 gennaio, li invieremo in Procura. Le autorità competenti ne confermeranno la legittimità o meno».
Sistema in crisi
Diversi medici di continuità assistenziale hanno insomma inviato certificati per malattia a ridosso delle festività natalizie ma sul numero preciso il commissario glissa: «Abbastanza da mettere in crisi un sistema già in difficoltà».
La riorganizzazione futura
Il generale, tuttavia, difende il suo operato: «Ben consapevoli delle criticità abbiamo lavorato fino all’ultimo giorno utile per organizzare al meglio la copertura delle postazioni, divulgando una comunicazione contenente tutti i turni attivi di continuità assistenziale. Con i medici disponibili abbiamo cercato di assicurare una maggiore copertura del territorio, con postazioni aperte nelle immediate vicinanze di quelle chiuse. Nei prossimi giorni – conclude – continueremo a lavorare d’intesa con la conferenza dei sindaci per affrontare le criticità senza però dimenticare che esiste un dca che prevede la riorganizzazione delle postazioni di continuità assistenziale».