È quanto emerso al termine dell’incontro tra una delegazione di lavoratori e sindacalisti dell’Usb con il dirigente del dipartimento Salute e Welfare. «Gli accessi in pronto soccorso sono almeno il doppio rispetto a quelli comunicati dall’azienda alla Cittadella»
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Un errore nella trasmissione dei flussi e un difetto di comunicazione. Questi due elementi sarebbero all’origine del pasticcio di fine anno che ha comportato la dichiarazione di esubero di 81 infermieri e oss dell’Asp di Vibo Valentia e al mancato rinnovo contrattuale per 45 di essi, 17 poi prorogati in extremis per soli due mesi, mentre 28 tra infermieri e oss sono stati lasciati a casa. È quanto emerso al termine dell’incontro che una delegazione di lavoratori e sindacalisti dell’Usb hanno avuto in mattinata con Vittorio Sestito, dirigente del dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria.
Il faccia a faccia accordato dopo diversi presidi organizzati dagli infermieri licenziati, questa mattina portati sotto la sede della Cittadella. Secondo quanto riferito a conclusione dell’incontro, l’Asp di Vibo Valentia non avrebbe comunicato correttamente i dati riguardanti il numero di accessi al pronto soccorso determinando così un errato calcolo del fabbisogno di personale. Lo ha dichiarato Vittorio Sacco, responsabile Usb Calabria sanità: «Il dipartimento ha riconosciuto che gli 81 esuberi, in precedenza comunicati all’Asp di Vibo Valentia sono il frutto di un errore. È evidente – ha aggiunto il sindacalista – che dichiarare 81 esuberi su 200 operatori sanitari in forza all’azienda significa certificare un esubero del 40% del personale».
Il problema risiederebbe nell’errata comunicazione dei dati sugli accessi ai pronto soccorso di competenza dell’Asp: «Lì insistono tre presidi, a Vibo Valentia, a Tropea e a Serra San Bruno. Chiaramente, durante il periodo estivo il numero di accessi aumenta. Dovrebbero risultare almeno il doppio degli accessi rispetto a quelli comunicati dall’azienda al dipartimento».
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