Ed anche gennaio è passato, inesorabile. L’ottimismo che trapelava dai corridoi della Cittadella regionale in estate si è subito trasformato in un cupo pessimismo. E non solo perché i lavori nel cantiere dell’ospedale della Sibaritide sono ormai fermi da un anno e mezzo. Gli impegni – o così sembrava – riconducevano ad un arco temporale preciso: le attività in cantiere sarebbero dovute riprendere tra l’anno vecchio e gennaio 2024. Ed invece, ad oggi, nulla si muove in contrada Insiti, terra di mezzo tra Rossano e Corigliano.

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Alcune fonti rivelano, infatti, che la variante proposta dalla società D’Agostino (la società concessionaria dell’opera) alla Regione (il concedente) – utile ad aggiornare al 2024 un ospedale nato vecchio perché progettato nel 2013 e coi lavori avviati nel 2019 con tutte le conseguenze e le ricadute economiche del caso legate alla bolla speculativa e, quindi, ad un’impennata dei prezzi – pare non sia mai stata autorizzata dalla Regione.

A Catanzaro, infatti, il decreto relativo all’autorizzazione della ripresa dei lavori sta iniziando a prendere polvere su qualche scrivania, mentre le parti sarebbero ancora nella fase della revisione del progetto di fattibilità tecnico-economico, non relativo alla variante in sé ma ai canoni di gestione della struttura (circa 1,9 milioni l’anno), per contratto affidata alla D’Agostino nei ventotto anni successivi alla messa in esercizio dell’ospedale.

Insomma, inizia nuovamente a filtrare grande scetticismo su un’opera che sembrava potesse concludersi nel 2026 – per entrare in servizio entro il 2027 – e su cui il presidente/commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, ha assunto impegni ben definiti.

L’unica grande opera calabrese in fase di realizzazione – se si esclude il terzo megalotto della statale 106, qualche chilometro più a nord di contrada Insiti – rischia di trasformarsi nell’ormai consueto porto delle nebbie a brume tutte calabre.

Eppure, garantisce Pasqualina Straface, i soldi ci sono e non vi è alcun rischio che l’ospedale della Sibaritide subisca generosi ridimensionamenti, in quanto così tecnologico e avanzato come dovrebbe essere e con quasi 400 posti letto – si mormora – offuscherebbe l’hub cosentino, trasformandosi in una struttura sanitaria “scomoda” ai potentati della sanità e quindi della politica bruzia, andando a spostare certi equilibri verso lo Jonio. Fosse davvero così sarebbe l’ennesimo paradosso, a cui comunque la Piana di Sibari è tristemente abituata. Da 60 anni il nord-est calabrese subisce scippi clamorosi come il tribunale di Rossano e, ancora prima, l’autostrada e l’università previste nel cosiddetto “pacchetto Colombo”.

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Straface: «L’ospedale sarà realizzato nei tempi previsti»

La presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale non sembra però avere dubbi di sorta. «L’ospedale della Sibaritide – spiega a LaC News24 – non sarà ridimensionato, nei servizi, anzi, la variante tecnica lo migliorerà. In questa fase – conferma – Regione e concessionario stanno lavorando al riequilibrio del piano economico finanziario relativo ai canoni di gestione. Tranquilli, la disponibilità economica non sarà un problema. Questa è l’opera più importante messa in cantiere dalla Regione, su cui il presidente Occhiuto ha garantito che sarà completata nei tempi previsti. E per questo l’azienda dovrà assicurare una produttività di nove milioni al mese, con tre turni di lavoro giornalieri ininterrotti. Quando potranno riprendere i lavori in cantiere? Probabilmente nel giro di qualche settimana», conclude il consigliere regionale di Forza Italia.  

Quanto pessimismo

Insomma, in attesa che l’ospedale della Sibaritide riemerga dalle sabbie mobili della burocrazia regionale, a Insiti si respira preoccupazione mista ad una sorta di rassegnazione, mentre in città è sempre più diffuso il sentimento miscredente. E come dar torto ai tantissimi coriglianorossanesi, che sentono parlare di questo ospedale dal 2005?