L’ultimo baluardo, finora mai intaccato dall’esodo di camici bianchi, potrebbe a breve sgretolarsi sotto i colpi di una remunerazione non più adeguata. Le prime avvisaglie di un malcontento strisciante si erano avute ad agosto, al termine di una stagione estiva particolarmente intensa per il servizio d’emergenza. L’elisoccorso divenuto l’unica soluzione alternativa ad un sistema di soccorso via terra con troppe falle.

Fedeli al servizio

Ambulanze poche e prive di medico a bordo sostituite con il mezzo aereo, così spesso da sforare persino il budget delle ore di volo pattuite con le società che gestiscono l’elisoccorso. Ben oltre le mille ore con un impatto anche sulle casse regionali ma non nelle tasche dei medici, gli unici sinora rimasti fedeli al servizio di soccorso seppur con scarsa gratificazione economica.

Correva l'anno 2000

L’unico documento sopravvissuto al trascorrere del tempo e che disciplina ancora oggi l’organizzazione del personale destinato al servizio di elisoccorso risale, infatti, all’anno 2000 e non è mai stato più rinnovato. Un decreto dirigenziale del dipartimento Tutela della Salute fissa addirittura i compensi in lire, la Regione non ha mai considerato l’opportunità di rimetter ordine nella materia neppure limitatamente ai compensi del tutto inadeguati se si pensa che nel frattempo sono trascorsi 23 anni.

Compensi in lire

Ancora oggi per un turno di servizio, che oscilla dalle otto alle nove ore, un medico d’elisoccorso percepisce 375 euro, un infermiere 200 euro, senza considerare i rischi connessi alle ore di volo e ai costi per lo spostamento verso le basi che sono sempre rimaste a carico degli operatori. Da qui il malcontento non più strisciante e che a breve potrebbe prendere la forma di dimissioni di massa.

Dimissioni imminenti

Alcune erano state già annunciate alla fine della stagione estiva ma il perdurante silenzio della Regione ha rinfoltito la schiera degli insofferenti che entro fine anno si sono dichiarati pronti a lasciare il servizio se non si interverrà con l’atteso adeguamento economico.

Verso l'esodo

Attualmente, sono circa trenta gli operatori che prestano servizio nell’elisoccorso, una ventina già risoluti ad abbandonare ma molti altri potrebbero a breve unirsi innescando un esodo che rischia di depauperare l’unica area dell’emergenza in Calabria finora rimasta impermeabile alla progressiva emorragia di medici che invece si registra dilagante ormai dovunque.

Entro il 31 dicembre

Decisamente molto più appetibili e, soprattutto, più sicure, le postazioni nei pronto soccorso o nel sistema dell’emergenza-urgenza. Chi per oltre vent’anni ha svolto l’attività con passione e con responsabilità, si trova oggi quasi costretto a gettare la spugna. Il 31 dicembre è la deadline prima delle dimissioni di massa, un margine piuttosto stretto ma ancora percorribile per salvare l’elisoccorso da un destino che già in passato ha segnato la fine del 118 in Calabria.