Reparti "sold out" in uno dei due ospedali a causa dell'aumento degli accessi degli ultimi giorni, letti inutilizzati nell'altro: cessati i trasferimenti tra i presidi per evitare il sovraffollamento del pronto soccorso
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Un ospedale mezzo vuoto e un ospedale che trabocca. Il paradosso che ha segnato per decenni la sanità catanzarese raggiunge oggi il suo acme con le due aziende riunite, almeno formalmente, sotto lo stesso tetto. Un presidio dotato di area d’emergenza e per questa ragione in questi giorni preso d’assalto dall’utenza e l’altro che lavora a ritmi decisamente meno serrati effettuando per lo più prestazioni ambulatoriali o interventi programmati.
Comfort zone
Poco o nulla è cambiato rispetto a qualche anno fa, quando una collaborazione tra i due ospedali sembrava una ipotesi assai remota. Anche oggi che l’azienda è unica i rapporti tra i due presidi proseguono sulla strada dell’incomunicabilità e ai vantaggi che il processo di accorpamento potrebbe pur portare si continua a preferire la comfort zone di prassi consolidate.
Solo per un breve lasso di tempo – a integrazione ancora calda – si effettuavano trasferimenti di pazienti da un nosocomio all’altro per evitare l’ormai cronico sovraffollamento del pronto soccorso del presidio ospedaliero Pugliese.
In apnea
Non si è ancora in una fase di grave emergenza ma l’aumento di accessi determinato dal combinato disposto del riemergere del covid assieme ai sintomi più severi dell’influenza sta causando lunghe attese e difficoltà nel reperimento di posti letto nei reparti dell’ospedale in questi giorni tutti sold out. Almeno una decina i pazienti “parcheggiati” in pronto soccorso che attendono un ricovero nel presidio che trabocca.
I cinque chilometri
A poco meno di cinque chilometri, una decina di minuti d’auto, ci sarebbero pure posti letto disponibili nei reparti ma inutilizzati perché nel presidio Mater Domini non si accettano pazienti che intanto continuano ad aspettare in barella l’agognato ricovero nel pronto soccorso del Pugliese. Nelle unità operative di Germaneto non si accettano pazienti se non stabilizzati poiché non si dispone di professionalità capaci di gestire casi in emergenza.
La Dulbecco, sulla carta
Non esattamente una buona premessa per un presidio che aspira all’attivazione di un secondo pronto soccorso. E l’azienda Dulbecco che - almeno nella retorica politica – avrebbe dovuto rappresentare il più grande ospedale hub del Mezzogiorno fornendo risposte efficienti ai cittadini continua a replicare un rapporto duale e un’organizzazione sanitaria tutt’altro che rivoluzionaria. In pronto soccorso si aspettava quando le aziende in città erano due, e si continua ad aspettare anche adesso che l’azienda è unica, ma solo sulla carta.