È il risultato del report realizzato da Cittadinanzattiva che esamina la carenza di camici bianchi in rapporto alla popolazione. Ma il problema riguarda tutta l'Italia: a guidare la classifica c'è la Lombardia
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La Calabria, sempre rappresentata come esempio negativo in sanità, non è poi messa peggio di tante altre regioni d’Italia. È ciò che si evince dal report realizzato lo scorso gennaio da Cittadinanzattiva che ha sottoposto ad esame cinque indicatori per valutare il numero di medici in rapporto alla popolazione con dati forniti dal ministero della Salute e riferiti all’annualità 2020.
Se Atene piange, Sparta non ride
Da Bolzano a Reggio Calabria, la carenza di camici bianchi attraversa tutto lo Stivale con ben nove regioni interessate dal cosiddetto fenomeno dei “deserti sanitari”, ovvero l'assenza o esiguità di professionisti sanitari in rapporto alla popolazione residente. Primato negativo conseguito dalle province del nord Italia se si esamina il rapporto tra pediatri o medici di base e popolazione. Nel primo caso, salgono sul podio rispettivamente Asti, Brescia e Novara; nel secondo caso, tagliano il traguardo Bolzano, Bergamo e Brescia. In entrambe le classifiche non figura nelle prime dieci posizioni alcuna provincia calabrese.
A Reggio Calabria mancano ginecologi
Queste iniziano a far capolino, invece, nell'esame del rapporto tra popolazione e personale ospedaliero. Tra le province in cui emergono le maggiori criticità per la carenza di ginecologi ve ne sono ben tre calabresi su dieci posizioni in classifica. La peggiore è Reggio Calabria con un ginecologo ogni 9.992 donne, in testa però ci sono Caltanissetta (40.565) e Macerata (18.460). Immediatamente alle spalle Vibo Valentia con un ginecologo ogni 8mila donne e Cosenza (4.132).
Cardiologi, a Crotone il numero più basso
Se si esamina, invece, la figura del cardiologo, la peggiore è Crotone con un professionista ogni 72.172 persone. Nettamente peggio però fa Bolzano che ha un cardiologo per 224.706 e Potenza (105.789). Nella classifica figurano anche Cosenza con un cardiologo ogni 21mila persone e Reggio Calabria ogni 15mila.
Pochi farmacisti in riva allo Stretto
Infine, nella categoria farmacisti ospedalieri primeggia Reggio Emilia (1 ogni 264.805 persone), alle spalle Campobasso (1 ogni 108.681) ma sul podio sale anche Reggio Calabria con un farmacista ogni 75mila persone. Dall’esame delle 39 province che hanno ottenuto la maglia nera nelle cinque categorie, salta fuori la classifica delle nove regioni dove le carenze sono più evidenti.
Ecco chi sta messo peggio della Calabria
A guidare la classifica della desertificazione sanitaria sono la Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Milano) e il Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli) con sei province, seguite dall’intero Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e dalla Calabria (Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) con quattro province. Seguono Veneto (Treviso, Venezia, Verona), Liguria (Imperia, La Spezia, Savona) ed Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia), con tre province a testa, Trentino Alto Adige (entrambe le province autonome di Bolzano e Trento) e Lazio (Latina e Viterbo) con due province.