Il progetto è stato illustrato questa mattina in Cittadella. Prevede servizi di screening, consulenza, supporto psicologico ed educativo ai pazienti e al contempo formazione e informazione ai loro familiari che se ne prendono cura
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Nasce una nuova partnership tra l’associazione RaGi e fondazione Roma, ente filantropico che rappresenta in Italia e in Europa un modello di best practice di alto spessore e valenza sociale nel campo della sanità e della ricerca scientifica, mirata a individuare cure innovative per le malattie.
Lo scopo del progetto è quello di intercettare persone che vivono la prima fase della demenza senile e pre-senile e offrire loro supporto per affrontare l’insorgere dei sintomi e il cambiamento dello stile di vita in un momento di forte malessere emozionale.
Un’equipe qualificata offrirà gratuitamente servizi di screening, consulenza, supporto psicologico ed educativo ai pazienti e al contempo formazione e informazione ai loro familiari che se ne prendono cura, i cosiddetti caregiver.
Il centro diurno della RaGi, che si trova a Catanzaro all’interno del polo sanitario Umberto I, accoglierà le sedute dedicate agli incontri psicologici ed educativi oltre che all’ascolto delle famiglie.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa in Cittadella. «Oggi presentiamo questa collaborazione con la fondazione Roma e poi la sperimentazione di un progetto, unico in Italia, attraverso cui per la prima volta si realizza un percorso con le persone con demenza nelle prime fasi della malattia» ha chiarito la presidente della fondazione RaGi, Elena Sodano. «Parliamo di persone che sono consapevoli del percorso e la progressione della loro malattia. Noi lavoreremo con una componente emotiva molto forte e fragile, a causa di persone che devono principalmente accettare la malattia».
Il progetto prende il via in un momento particolarmente positivo per gli avanzamenti della ricerca scientifica nel trattamento delle malattie neuro degenerative: «Abbiamo in farmacia medicinali che rallentano il decorso della malattia ma domani potremmo avere farmaci che sono in grado di bloccare le proteine che provocano la degenerazione» ha chiarito Rosanna Colao, neurologa dell’Asp di Catanzaro.
L’importanza di un approccio precoce alla malattia è stata sottolineata anche dal commissario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini: «Bisogna lavorare sulla patologia in tutte le sue declinazioni – ha evidenziato –, sulle strutture ma anche sulla prevenzione, sull’intercettare i fenomeni precoci; come avviene per tutte le patologie croniche e degenerative. Purtroppo con una popolazione mondiale che invecchia la grande sfida dei prossimi anni è quella di garantire un invecchiamento in salute, adottando stili di vita e delle misure preventive da quando si è ancora sani».
Hanno portato i loro contributi al dibattito anche il sub commissario alla sanità, Jole Fantozzi, e l’assessore regionale alle Politiche sociali, Caterina Capponi.