Alla cittadella si prepara una modifica degli attuali assetti delle aziende sanitarie e ospedaliere. Ad aprire la possibilità è il testo approdato nella serata di ieri in Consiglio dei ministri, mutato rispetto alla bozza circolata nelle ore precedenti e contenente una semplice proroga di sei mesi del decreto Calabria. Si tratta della legge straordinaria approvata nel 2020 «per garantire il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in ambito sanitario nonché per assicurare il fondamentale diritto alla salute attraverso il raggiungimento degli obiettivi previsti nei programmi operativi».

Decadenza dei commissari

Il testo approvato a Palazzo Chigi, infatti, oltre a disporre la proroga di sei mesi delle misure straordinarie contenute nel precedente decreto legge (150/2020) prevede - come si legge in una nota stampa del Governo - anche «la decadenza dei sub-commissari delle Asl e di altri enti, già nominati, ove non espressamente confermati dal commissario». Una annotazione finale che fa il paio con quanto già dichiarato nei giorni scorsi dal presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, il quale proprio a commento dell'imminente proroga aveva ventilato la possibilità «di confermare questi commissari o di sostituirli».

Avvicendamenti

Si schiudono così le porte a nuovi avvicendamenti ai vertici delle aziende, dopo quelli già decisi nel maggio scorso ma con scarsi margini di manovra. In quell'occasione, infatti, il presidente della Regione si era dovuto limitare a piccoli innesti o a semplici spostamenti dei commissari da un'azienda all'altra, dettati dall'impossibilità di rimuoverli tout court.

Carta bianca

Tutt'altro scenario si apre oggi, invece, con l'inserimento della puntualizzazione finale che assegna carta bianca al presidente della Regione nel decidere i destini dei commissari straordinari delle nove aziende calabresi. Il testo approvato dal Consiglio dei ministri ne prevede una immediata decadenza, laddove non espressamente confermati. Del resto, gran parte di questi era già stato nominato dall'ex commissario ad acta, Guido Longo, e rimasti in sella solo perchè in precedenza non vi erano strumenti per rimuoverli.