Torna sotto i riflettori, dopo ben due anni, la vicenda che ha sollevato un vero e proprio polverone nel reparto di Dermatologia del Grande ospedale di Reggio Calabria. Era novembre del 2019 quando l’allora consigliere Giuseppe Neri rivolse un’interrogazione al presidente della giunta regionale «in ordine al pagamento del ticket per l’esame videodermatoscopico presso il Gom di Reggio Calabria». 

Si tratta di un esame incluso tra le prestazioni previste nel nomenclatore Lea (livelli essenziali di assistenza) approvato dal Parlamento. Eppure, da un ticket che costava 6,97 euro, l’esame per la prevenzione del melanoma maligno veniva fatto pagare 56. Da qui la decisione del commissario del tempo, Jole Fantozzi, di varare un piano per rimborsare gli utenti del Gom che avevano ingiustamente pagato quella prestazione.

Ma sono passati anni e di questi pazienti pochi, anzi pochissimi, sono stati contattati dall’azienda per ottenere il rimborso spettante. Dai dati che emergono da un primo accertamento richiesto dal neo commissario Gianluigi Scaffidi, infatti, i pazienti contattati per la restituzione delle prestazioni eseguite in extra Lea, sono la totalità, ovvero 151. Di questi, 84 hanno formalizzato la richiesta e ottenuto il relativo rimborso stornando la prestazione in Ssn. Mentre i pazienti contattati per la restituzione delle prestazioni eseguite in Ssn su cui eseguire la variazione in diminuzione, sono 350 su 2.238.

Di quelli contattati ancora nessuno si è recato per la formalizzazione del rimborso e, quindi, nessuno ha ottenuto la variazione in diminuzione ed il rimborso. Si parla di una cifra che supera i 300mila euro, eppure, da anni si continua a temporeggiare. Evenienza, questa, che posta all’attenzione del commissario ha trovato la volontà di «accelerare la procedura di contatto – ha confermato Scaffidi al nostro network – verificando le singole posizioni per procedere ai rimborsi dovuti. In tal senso ho già dato mandato affinché questa vicenda venga risolta al più presto».