In netto miglioramento i dati Covid nella Sibaritide, solo in alcuni comuni rimangono accese delle criticità. Ieri 141 i nuovi casi in provincia di Cosenza, 37 sullo Ionio. I tamponi positivi sono il 14,1% del totale, indicatore che si conferma preoccupante rispetto al dato nazionale. Da questa mattina la Calabria è zona gialla, ciò può costituire una boccata d’ossigeno per bar e ristoranti che potranno però esercitare all’aperto. Distanziamento e mascherina sono le parole d’ordine. Oggi, per quanto attiene i vaccini, si aprirà ai 50enni. Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo preannuncia che, con ogni probabilità, «tra una quindicina di giorni si aprirà a tutti. Siamo vicini alle 250.000 dosi in Provincia di Cosenza. È il momento giusto per vaccinarsi». L’invito è a non avere pregiudizi su AstraZeneca.  

10 posti di terapia intensiva al Giannettasio di Rossano

Si lavora sul fronte ospedaliero, mentre rimane in piedi la problematica dei medici del 118 e delle guardie mediche. Il direttore Rizzo tocca temi importanti sia sul fronte ospedaliero sia sul versante della medicina del territorio. L’alto dirigente parte dalla consapevolezza di avere ereditato una situazione “disastrosa” ma molto si sta facendo al fine di rilanciare un servizio sanitario in grado di dare risposte efficienti ai cittadini. Al “Nicola Giannettasio” di Rossano sono in cantiere lavori per l'aumento dei posti letto di Terapia intensiva a Corigliano-Rossano, da 4 a 10.

La sub-intensiva respiratoria è già operativa a Corigliano-Rossano, e stanno per essere avviati i lavori per l'Emodinamica, per la riorganizzazione dei Pronto Soccorso di Corigliano e di Rossano. Al “Guido Compagna” nelle prossime ore partiranno i lavori di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione dell’area, mentre a Rossano in giornata il presidio di emergenza dovrebbe tornare ad ospitare pazienti ordinari.

Non si trovano medici

 Il problema è e rimane il reperimento del personale sanitario. Uno dei dati preoccupanti è che «non si trovano medici anestesisti, psichiatri, radiologi, pneumologi, pediatri,  tutti introvabili, denuncia il direttore Rizzo,  e anche il personale d'emergenza per il pronto soccorso». Contesto diverso è quel che riguarda il personale in quota al Suem 118 e le guardie mediche, qui il problema rientra nelle proposte economiche poco convenienti per i camici bianchi. «Bisogna modificare i contratti».
Ma la rivoluzione deve essere anche di tipo culturale. Occorre contrastare la mentalità degli «orti e degli orticelli, si deve lavorare sui dati.  E qualcuno ancora non ha capito che le richieste devono essere avallate da dati di attività. Se faccio tanto, posso avere di più per fare meglio, se non faccio niente non posso chiedere nulla per fare poco più di niente. E c'è purtroppo chi ancora si ostina solo a chiedere». Significativa si rivela la programmazione di rimodulazione delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) che saranno convertite ad assistenza domiciliare di qualità, ed anche la Cot (centrale operativa territoriale) verso cui è in atto un intervento di rivisitazione al fine di tradurla  in «utile strumento di collegamento con i medici di medicina generale e con quelli di guardia medica».