Dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute in Italia emerge che gli indicatori decisionali sono in crescita ma non sarebbero tali da determinare un cambio di colore
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La Calabria, a meno di clamorosi stravolgimenti, dovrebbe restare in zona bianca. Dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute sull’emergenza Covid in Italia emerge che, al 31 agosto, gli indicatori decisionali di occupazione ospedaliera, anche se in crescita, si attestano al 16,8% in area medica (soglia critica 15%) e all’8,9% in terapia intensiva (soglia critica 10%). Aumenta di poco l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti, al 2 settembre, è pari a 104.3 (101.5 la scorsa settimana). Quindi solo 2 indicatori decisionali su 3 superano, anche se di poco, la soglia critica per il passaggio in zona gialla. Si attende in giornata l’ordinanza del ministro Roberto Speranza che dovrebbe confermare questa previsione.
La Sicilia, in zona gialla da lunedì scorso, ha ancora con gli indicatori decisionali sopra soglia: 22,5% in area medica di pazienti Covid (contro la soglia del 15%) e 13,9% in terapia intensiva (contro la soglia del 10%), 190.4 casi ogni 100mila abitanti. Anche la Sardegna è al limite del passaggio di colore: 15, 2 in area medica, 3,2 in terapia intensiva, 117.4 ogni 100mila abitanti, ma anche in questo caso dovrebbe persistere il bianco per altri 7 giorni.
I dati nazionali
In Italia calano sia l’indice Rt che l’incidenza ma aumentano i ricoveri. È quanto emerge dal report di monitoraggio di Iss e Ministero della Salute relative alla settimana 23-29 agosto. L’indice Rt scende a 0,97 rispetto all’1,01 della scorsa settimana e l’incidenza arriva a 74 casi per 100mila abitanti rispetto ai 77 di sette giorni fa.
«La trasmissibilità stimata sui casi sintomatici – si legge nel report - e sui soli casi ospedalizzati è in diminuzione e prossima alla soglia epidemica. Si conferma il trend di aumento dei ricoveri ospedalieri associati alla malattia COVID-19. Aumenta il numero di Regioni/PPAAA classificate a rischio epidemico moderato, nessuna Regione/PPAA presenta un rischio epidemico alto».
«La circolazione della variante delta - rileva il report - è prevalente in Italia. Questa variante è dominante nell’Unione Europea ed associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in paesi con alta copertura vaccinale. Una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità. È opportuno continuare a garantire un capillare tracciamento, anche attraverso la collaborazione attiva dei cittadini per realizzare il contenimento dei casi; mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti raccomandati per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale».
Nel periodo 11 – 24 agosto 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,92– 1,01), prossimo alla soglia epidemica ed in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Si osserva una lieve diminuzione anche dell’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=1 (0,97-1.04) al 24/8/2021 vs Rt=1.04 (1.00-1.09) al 17/8/2021), pari alla soglia epidemica.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in aumento al 6,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute), con il numero di persone ricoverate in aumento da 504 (24/08/2021) a 544 (31/08/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta leggermente al 7,3%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in aumento da 4.036 (24/08/2021) a 4.252 (31/08/2021).
17 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato, secondo il DM del 30 Aprile 2020. Le restanti 4 Regioni risultano classificate a rischio basso.
Sette Regioni/PPAA riportano allerte di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. In lieve aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (15.951 vs 15.443 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti resta costante (34% vs 34% la scorsa settimana). In lieve diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 46%). Infine, il 21% è stato diagnosticato attraverso attività di screening, dato costante rispetto la settimana precedente.