La Calabria rischia di passare da zona bianca a gialla a causa del peggioramento degli indicatori sulla diffusione del Covid-19. Gli ultimi dati ufficiali registrano il superamento delle soglie critiche di occupazione dei posti letto negli ospedali calabresi.

L’ultima rilevazione dell'Agenas, aggiornata a ieri sera, dà i reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) occupati al 17%, due punti percentuali in più rispetto alla soglia di rischio. Ma a preoccupare è soprattutto l'aumento dei ricoveri nelle terapie intensive, ricoveri che - secondo il bollettino della Regione Calabria - sono al momento 18 su 178 posti letto disponibili. Per l'Agenas questa proporzione configura una percentuale di occupazione del 10%, che è la soglia di rischio.  Per entrare nella fascia con maggiori restrizioni anche l’incidenza settimanale dei contagi deve essere superiore ai 50 casi ogni centomila abitanti, quella calabrese si attesta a 89,12. Tutti e tre gli indicatori (dati aggiornati al 13.09.2021) superano le soglie critiche per il passaggio da zona bianca a gialla.

 

Ai fini dell'eventuale passaggio della Calabria in zona gialla saranno decisive le rilevazioni della giornata di oggi, perché sono proprio i ricoveri del martedì della settimana di riferimento a essere considerati nel monitoraggio settimanale del venerdì da parte della Cabina di regia e dell'Iss: se sarà confermato il trend di questi ultimi giorni e i ricoveri nelle terapie intensive e nell'area medica saranno superiori alle soglie di rischio, il passaggio in zona gialla sarà inevitabile.

In generale comunque in Calabria nelle ultime settimane si sta registrando un peggioramento degli indicatori del Covid 19: ieri in Calabria il tasso di positività - il rapporto tra tamponi eseguiti e tamponi risultati positivi – superava il 4,7%, mentre a livello nazionale era al 2,3%. Inoltre, prosegue l'andamento incostante e comunque lento della campagna vaccinale, che vede la Calabria in penultima posizione nella classifica nazionale nel rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate: l'83,2%, a fronte di una media nazionale dell'88,3%.