Un decreto del nuovo commissario alla Sanità annulla le decisioni di Scura e rivoluziona l'organizzazione su base territoriale dei servizi dell'Azienda sanitaria provinciale, innescando nuove dinamiche nel rilascio delle autorizzazioni per l'esercizio delle attività sociosanitarie nei vari distretti. È questo che ha convinto il dirigente a gettare la spugna
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Si gioca sulla sottile ma determinante differenza di significato attribuito all’espressione ambito territoriale, la partita della sanità cosentina. E su una sequenza di tre decreti emessi dalla struttura commissariale per il piano di rientro: il n. 121 del 2017 e il n. 240 del 2018 vergati da Massimo Scura, e il n. 21 del 2019, sottoscritto dal generale Saverio Cotticelli, che sarebbe la causa delle dimissioni irrevocabili presentate dal commissario dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro.
Competenze di Asp e distretti sanitari
Non è semplice districarsi nel complicato sistema normativo che regola il funzionamento della sanità calabrese. Il decreto 121 del 27 settembre 2017, firmato da Massimo Scura, è un provvedimento importante: detta le regole per il rilascio delle autorizzazioni, da parte dei Comuni, all’esercizio di nuove attività di tipo sanitario e sociosanitario. Si tratta di una materia piuttosto complessa. In particolare, il decreto recepisce il dettato della norma nazionale di riordino della disciplina sanitaria, contenuto nel Decreto Legislativo 502/92 che, all’articolo 8 ter, obbliga i comuni stessi, prima di concedere le autorizzazioni, ad attivare un procedimento amministrativo per ottenere, dal dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione, il rilascio del parere di compatibilità con la programmazione sanitaria regionale e con i fabbisogni del territorio. Il procedimento è avviato non solo per la costruzione di nuove strutture, ma anche per altre circostanze come, ad esempio, il trasferimento in altra sede di strutture già autorizzate o accreditate. Proprio sulla questione dei trasferimenti delle attività sanitarie in altra sede, il decreto 121 precisa che, per ambito territoriale, deve intendersi l’intero territorio sul quale ha competenza l’Asp. Nel caso di quella di Cosenza, si tratta dell’intera provincia.
La nuova interpretazione di Scura
Il decreto 240 del 6 dicembre 2018, adottato da Scura alla vigilia del suo commiato, introduce una nuova interpretazione dell’espressione ambito territoriale. E così, a rettifica del precedente provvedimento, questo nuovo decreto precisa che, per ambito territoriale, debba intendersi il territorio di ogni singolo Distretto Sanitario. Nel caso dell’Asp di Cosenza i distretti sono sei: Cosenza-Savuto, Valle Crati, Jonio Sud, Jonio Nord, Esaro-Pollino, Tirreno. Per cui, secondo questa nuova lettura, il rilascio delle autorizzazioni è rapportato ai fabbisogni non dell’intera provincia ma di queste sei micro aree. Quindi, tanto per fare un esempio, se tenendo conto dell’intero territorio provinciale, un certo numero di un certo tipo di strutture sanitarie non può essere concentrato tra Cosenza e Rende, quello stesso numero di un certo tipo di strutture sanitarie può avere le carte in regola per ottenere le autorizzazioni ad esercitare, in quanto Cosenza e Rende appartengono a due distretti sanitari differenti (Cosenza-Savuto e Valle Crati).
L'intervento a gamba tesa di Cotticelli
Ritenendo che tale interpretazione fosse illogica, se non addirittura contraria alla legge, poiché attribuirebbe ai distretti competenze di fatto maggiori rispetto a quelle in capo all’organismo superiore, ovvero le Asp, il nuovo Commissario ad acta Saverio Cotticelli, nominato dal ministro pentastellato Giulia Grillo, con il decreto n. 21 del 31 gennaio 2019, ha revocato il precedente decreto di Scura n. 240 del 6 dicembre 2018, restituendo all’espressione ambito territoriale la corrispondenza con il territorio dell’Asp, e quindi, per quanto concerne l’Azienda sanitaria di Cosenza, dell’intera provincia. Sarebbe l’assunzione di questo provvedimento con le sue conseguenze sul piano organizzativo, la causa delle dimissioni irrevocabili presentate da Raffaele Mauro: «Si cambiano ancora una volta le regole, per tre volte nell’arco di pochi mesi – ha dichiarato al nostro network – Tutto il percorso delle autorizzazioni viene rimesso in discussione con provvedimenti calati dall’alto. Questa mancanza di sinergie non ci consente di erogare i servizi necessari ai cittadini».
Decadono anche i referenti di Mauro
Le dimissioni di Raffaele Mauro dovrebbero produrre, quale immediata conseguenza, anche la decadenza del referente sanitario Elio Bozzo e del referente amministrativo Giovanni Lauricella, chiamati dallo stesso Mauro a far parte della sua struttura all'indomani della sua nomina a commissario dell'Asp di Cosenza.