Superato il concorso il neo dirigente dell’emergenza-urgenza si insedierà il prossimo 16 febbraio. «La cura verso il prossimo mi ha spinto a raccogliere questa sfida»
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Degli undici candidati alla nomina di dirigente del pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza si sono presentati ai colloqui davanti alla commissione soltanto in quattro. La valutazione conclusiva ha visto prevalere Roberto Ricchio, già dirigente medico della geriatria dell’Annunziata, ora in procinto di assumere il comando dell’emergenza-urgenza del nosocomio bruzio.
Poltrona che scotta
Una poltrona senza dubbio scomoda, alla luce dei repentini cambiamenti al timone determinati dalle rinunce in sequenza di tre medici designati a margine del precedente concorso espletato dall’Azienda. Per la cronaca, Roberto Ricchio ha preceduto in graduatoria Lucia Orlando Settembrini, in servizio all’ospedale di Catanzaro, Pietro Scrivano, che svolse le funzioni di primario dell’Unità Operativa Complessa dal settembre 2022 fino alle dimissioni dell’aprile del 2024, e Federica Messineo balzata agli onori delle cronache quando rilasciò al nostro network una intervista di fuoco e in aperta polemica con l’allora commissario Giuseppina Panizzoli, in un momento nel quale il reparto di emergenza doveva fronteggiare la drammatica ondata di pazienti Covid.
Fondamentale l’organizzazione
L’incarico quinquennale di Roberto Ricchio inizierà il 16 febbraio prossimo. Nuove linee guide, attese brevi e maggiore integrazione con il territorio gli obiettivi preannunciati in una intervista rilasciata al nostro network: «Riorganizzare al meglio il reparto per superare ogni criticità è uno dei primi passi che mi accingo a compiere – ha affermato –. Ma bisogna sottolineare come negli ultimi tempi si sia assistito ad un sensibile miglioramento in termini di accoglienza e di umanizzazione e di servizi. Naturalmente – ha aggiunto – in una struttura complessa come la nostra, dove affluiscono pazienti bisognosi di un’alta intensità di cura, è necessario offrire la migliore assistenza sanitaria e pure sociale laddove dovessimo venire a contatto con aree del disagio».
Adeguamento agli standard nazionali
Sotto il profilo organizzativo Ricchio promette un «adeguamento agli standard nazionali, cercando di creare una maggiore integrazione con il territorio, con le strutture che potranno darci una mano in termini di filtro preventivo e di collocazione dopo le dimissioni dal pronto soccorso. Anche per favorire un maggior flusso di pazienti». Sui motivi che l’hanno spinto a raccogliere questa sfida non ha dubbi: «L’amore per la medicina, il desiderio di dare una mano in un contesto difficoltoso e però cruciale come il pronto soccorso dove il primo impatto è quello di offrire un aiuto. Ho sempre lavorato all'interno del pronto soccorso anche in situazioni in cui notevoli erano le carenze del personale. Carenze attualmente superate. Il pronto soccorso è il primo contatto del cittadino quando giunge in ospedale per un’emergenza. La mia passione per la cura del prossimo mi ha spinto ad impegnarmi in questo senso».