Non è la recrudescenza del Covid a mettere in crisi il pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza ma il picco dell’influenza stagionale, particolarmente aggressiva in questo periodo in cui si registra un brusco aumento dei casi rispetto al passato, determinato pure dal sensibile calo delle vaccinazioni.

Trenta percento in più

Il flusso nei reparti del dipartimento di emergenza-urgenza è cresciuto di circa il 30 percento con gli accessi quotidiani balzati da una media di circa 150 ad oltre 200. Infiammazione delle alte vie respiratorie, mal di gola e febbre alta i sintomi più comuni. I soggetti fragili e la popolazione anziana le categorie più esposte. Quando l’attacco influenzale ne aggrava le patologie croniche determinando degli scompensi, il pronto soccorso rimane se non l’unico, certamente il principale front office dell’intera provincia cui i cittadini si rivolgono per soddisfare il proprio bisogno di salute. Bisogno che non trova ancora risposte adeguate nella medicina del territorio.

Servono maggiori spazi

Tra il pronto soccorso ed i reparti di medicina d’urgenza e di osservazione breve intensiva, l’unità conta su circa sessanta posti. Che in questa fase non sono sufficienti. Anche perché l’ospedale nel suo complesso è sottodimensionato per cui non è semplice trovare letti liberi in cui ricoverare i pazienti. Inoltre il Dea, Dipartimento di Emergenza e Accettazione, è interessato da una ristrutturazione proprio per rendere gli spazi più ampi e confortevoli ma che costringono, in questo periodo di lavori in corso, a notevoli sacrifici.

Concomitanza tra influenza e Covid

«In questo periodo assistiamo ad una concomitanza tra influenza stagionale e Covid - spiega il direttore del pronto soccorso Pietro Scrivano - con numeri diversi. Mediamente i casi di influenza sono il triplo rispetto a quelli del Covid. I sintomi sono indistinguibili per cui è importante subito verificare attraverso un tampone, distinguere le patologie. Le terapie sono comunque simili: antipiretici e antinfiammatori. L'antibiotico va preso solo dopo consulto con il medico curante. L'autosomministrazione è assolutamente da evitare».

I consigli

«Quando si ha la febbre è consigliabile non uscire di casa - aggiunge Scrivano - e contattare il medico curante. All'ospedale bisogna rivolgersi solo in caso di aggravamento della sintomatologia, sempre dopo aver sentito il medico curante. Inutile giungere al pronto soccorso, sovraffollando gli ambienti e le sale d'attesa. Bisogna tenere conto che è cresciuta la popolazione di anziani e grandi anziani i quali sono alle prese con patologie concomitanti e croniche i cui sintomi sono accentuati dall'influenza, rendendo i pazienti più vulnerabili. Nella maggior parte di queste circostanze la situazione potrebbe essere monitorata con un efficace sistema di assistenza domiciliare».

Tamponare il sovraffollamento

«Per soddisfare le richieste dell'utenza abbiamo implementato i posti disponibili ed aumentato il numero dei medici. Il personale per fortuna è stato integrato con l'impiego dei colleghi cubani che ci danno un importante sostegno. Purtroppo la medicina d'urgenza è una specializzazione che sviluppa poco appeal. È una professione complessa e bisogna avere pure particolari attitudini per esercitarla. Noi ci mettiamo passione e sacrificio - conclude Scrivano - Ai cittadini chiediamo di avere pazienza e di evitare gli accessi impropri».