I dializzati di Corigliano Rossano e della piana di Sibari non sanno più a quale santo votarsi. Da qualche settimana nell'unità operativa complessa di Nefrologia dello spoke di Corigliano Rossano si sta verificando qualcosa di paradossale: per non perdere la priorità acquisita, un gruppetto di pazienti che devono effettuare la dialisi programmata starebbe sostanzialmente “vivendo” nel reparto, ma da ricoverati. Una sorta di escamotage per la sopravvivenza.

Questo stato di cose starebbe, inoltre, causando una carenza cronica di posti letto per le urgenze, con tutta una serie di conseguenze inimmaginabili per la quotidianità dei pazienti, da una parte affetti da una patologia cronica, dall’altra “costretti” a dover vivere da “reclusi” per potersi curare.

E tutto questo per la mancanza di personale. Mentre gli infermieri del reparto ed il personale medico stanno compiendo i salti mortali per garantire le cure a tutti con turni massacranti, secondo i pazienti che lamentano questa situazione, basterebbe dedicare al servizio un nefrologo in più nella postazione dialisi dell’ospedale di Cariati. Così si risolverebbero due problemi: la decongestione della nefrologia rossanese, che così potrebbe dedicarsi – come da vocazione degli spoke – ai casi più urgenti e una maggior disponibilità di posti letto.

La nefrologia di Rossano, per sopravvivere ormai al collasso sta, peraltro, effettuando il servizio con l’ausilio di due medici gettonisti in pensione. Da qui l’appello dei pazienti all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza perché si renda disponibile un nefrologo pronto a coprire un turno di lavoro nella postazione dialisi dell’ospedale di Cariati.