Il direttore della Clinica Malattie infettive e tropicali dell’Azienda ospedaliera Dulbecco fa il punto sulla diffusione del Coronavirus e prefigura scenari poco rassicuranti
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Il 21 febbraio 2020 iniziava dall’ospedale lodigiano di Codogno la tragica esperienza italiana con il Covid. La positività del paziente1 faceva iniziare uno dei periodi socialmente più terribili degli ultimi decenni. Ad oggi – dopo i morti, i vaccini, le restrizioni ed un mare di polemiche – il pericolo del Coronavirus può dirsi definitivamente debellato?
Virus ancora presente ma modificato
«La pandemia è stata contenuta e controllata – dice in esclusiva al nostro Network LaC il direttore di clinica Malattie infettive e tropicali dell’Azienda universitaria-ospedaliera “Dulbecco” di Catanzaro prof. Alessandro Russo – Nel frattempo, però, il virus, cioè SARS-CoV-2, è diventato un virus che ormai circola stabilmente nella nostra popolazione. Quindi, di fatto, noi dobbiamo continuare a mantenere una soglia d'attenzione molto alta perché questo è un virus che per molto tempo ci porteremo dietro.Sono infezioni alle quali ci dovremmo abituare, inevitabilmente, per tante ragioni. Per cui, sicuramente, quello che abbiamo vissuto cinque anni fa e che poi, di fatto, abbiamo vissuto almeno per i tre anni successivi, è stato qualcosa di molto molto significativo che ha permesso, ovviamente, alla comunità scientifica, a livello nazionale, ma anche internazionale, ovviamente, di confrontarsi e di progredire sotto tanti aspetti di conoscenza riguardo alle infezioni, alle gestioni, appunto, di quadri pandemici così complessi».
Da tutto quello che è successo il Sistema sanitario italiano ha tratto un qualche beneficio? Solo nelle ultime ore e dopo anni si parla di Piano di prevenzione nazionale pandemico.
«Ci sono problemi a livello strutturale, di personale, medico e infermieristico – afferma l’alto dirigente medico della Dulbecco – Quindi, sicuramente, una nuova pandemia creerebbe dei grossi, enormi problemi a un sistema sanitario nazionale già molto stressato e molto in affanno, insomma. Abbiamo bisogno che ci sia un investimento serio, reale e importante sulla sanità. Anche a livello della sanità calabrese, tante cose stanno succedendo, per fortuna, e cominciamo ad intravedere una progressione. Ancora non basta, ma sicuramente è un punto di partenza molto molto importante, che ci fa ben sperare per il futuro, ma che, ovviamente, al momento ancora ci preoccupa.
Dopo aver drammaticamente subito le conseguenze della mancanza di posti-letto la nuova realtà dell’unica azienda ospedaliera catanzarese rappresenta, appunto, un'opportunità gigantesca, perché si sta lavorando per creare, un polo di eccellenza a livello del Sud oltre che regionale»