«Siamo tornati alla normalità» ammette non senza una nota di sconforto il primario dell'unità operativa di Medicina d'Accettazione e d'Emergenza dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Giuseppe Masciari. Gli ultimi due giorni sono stati nei fatti da bollino rosso per il pronto soccorso del nosocomio cittadino che, dopo il breve periodo di latenza determinato in larga parte dalla pandemia, ha ripreso le attività a pieno regime.

Giornate da bollino rosso

Nell'unità di Osservazione breve intensiva si trovano infatti ricoverati 30 pazienti in attesa di un ricovero negli altri reparti ospedalieri, dove al momento non c'è disponibilità. Una circostanza determinata da un lato dalla riconversione di posti letto di area medica da dedicare alla cura dei pazienti Covid e dall'altro da una massiva ripresa della domanda di cura proveniente soprattutto dall'interland catanzarese e messa tra parentesi nell'anno della pandemia.

Ritorno alla normalità

«Molte degenze afferenti ai reparti di Geriatria e Medicina che sono stati riconvertiti nei mesi scorsi - conferma il primario - anche se adesso si sta procedendo in senso inverso rendendoli nuovamente disponibili per le patologie ordinarie». Ma il fenomeno non sembra di semplice soluzione, almeno nell'immediato. L'assalto al pronto soccorso sta avvenendo per le più svariate malattie e con un afflusso decisamente da epoca pre covid. «In larga parte sono anziani - precisa il primario - affetti da pluripatologie che in questo periodo iniziano a scompensare ma stiamo tornando a curare anche fratture e politraumi, determinati da incidenti stradali e conseguenza del fatto che la gente ricomincia a spostarsi con più frequenza».

In gravi condizioni

«E si tratta di pazienti che giungono al pronto soccorso già in gravi condizioni» aggiunge ancora il primario, una condizione che potrebbe essere anche determinata dalla riduzione di assistenza registrata nel 2020. Come si evince infatti dal rapporto elaborato da Agenas in collaborazione con l'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna nei primi sei mesi dello scorso anno si è assistito infatti ad una notevole riduzione del volume dei ricoveri (sdo): il 34% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, dati che fanno il paio con un calo delle prestazioni ambulatoriali: da gennaio a settembre 2020 si è registrato il 39% in meno di visite.

Aumento della mortalità

Una condizione che investe quasi tutte le patologie - cardiache, respiratorie, muscolari - ma anche quelle delle terza età come confermato dal primario di Geriatria, Giovanni Ruotolo. «Abbiamo visto che questo calo nell'assistenza ha determinato un aumento della mortalità di pazienti no covid. In questi mesi abbiamo parlato dei decessi avvenuti per le infezioni causate dal virus ma poco si è parlato di coloro i quali sono morti no covid ma a causa del covid. Soprattutto in questo periodo stiamo riscontrando un maggior numero di persone - almeno nell'ambito medico - soprattutto anziani che arrivano già con complicanze molto gravi, probabilmente perchè in questo anno e mezzo non sono stati adeguatamente controllati».