Cariati c’è. Nel nuovo disegno della sanità regionale, il “Vittorio Cosentino” diventa ospedale di zona disagiata. Dopo i sit-in, gli appelli, l’occupazione e finanche un film che ne ha raccontato nascita e agonia, il presidio sanitario del Basso Ionio cosentino è finalmente pronto a risorgere dalle sue ceneri.

Lieto fine, dunque, per la battaglia portata avanti dai comitati cittadini guidati dalle Lampare, che oggi, giustamente, accolgono a braccia aperte la buona notizia.

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Mimmo Formaro, il portavoce che da maggio scorso siede anche in consiglio comunale nei banchi dell’opposizione, uno dei protagonisti indiscussi (anche sul grande schermo) della storia, commenta così a LaC News24: «Siamo contenti. In un contesto generale non roseo, mentre tutto chiude, a Cariati c’è questa situazione in controtendenza grazie alla lotta dal basso. Certo, ci sono problemi di sistema che evidenziamo giorno per giorno: la carenza di personale, una privatizzazione selvaggia che si espande ovunque, a livello nazionale si susseguono governi che tagliano la sanità pubblica oppure fanno finta di mettere risorse che però non sono mai sufficienti».

In un quadro del genere, continua Formaro, «la lotta di Cariati vuole essere non solo simbolica ma concretamente al fianco dei quartieri, dei comuni, del territorio in difesa del diritto alla sanità pubblica».

Una vittoria, afferma ancora il portavoce delle Lampare, «che dedichiamo a chi soffre, a chi ha problemi di salute e si ritrova spesso a ricevere porte in faccia, a chi ha difficoltà a portare avanti cure e terapie o a trovare un pronto soccorso quando ha un’emergenza».

Ai ragazzi delle Lampare – perché questo sono, magari non anagraficamente ma nello spirito senza dubbio – va l’indiscutibile merito di aver acceso i riflettori sulla situazione della sanità nel territorio. Una situazione ben raccontata nel film “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” dei registi Federico Greco e Mirko Melchiorre, che grazie al suo fortunato e ancora ininterrotto tour nelle sale cinematografiche ha fatto conoscere la vicenda in tutta Italia e non solo.

Tra i maggiori sponsor della riapertura del “Vittorio Cosentino” anche Roger Waters, cofondatore dei Pink Floyd, il cui appello aveva fatto il giro di social e testate giornalistiche.

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Negli ultimi mesi si erano visti i primi buoni – e concreti – segnali con l’arrivo nel presidio di nuovi macchinari diagnostici: un ecografo per la radiologia, uno per la cardiologia, una tac. «Un servizio aspettato e inseguito per vent’anni che grazie all’impegno dei cittadini è ormai realtà», avevano commentato gli attivisti delle Lampare in occasione dell’entrata in funzione dell’ultimo “regalo” venuto a ridare vita a un posto che fino a poco tempo prima sembrava destinato a morire.

Quella morte decretata nel 2010 con la chiusura di 18 ospedali in tutta la regione e che è stata infine sconfitta assieme ai cupi pronostici di pessimisti, pigri e rassegnati. «Abbiamo deciso di riaprire da subito gli ospedali di Cariati, di Trebisacce e di Praia a Mare, che saranno operativi», ha dichiarato stamattina il presidente della Regione Roberto Occhiuto presentando la nuova rete ospedaliera e territoriale. E sono già partiti, nei giorni scorsi, i lavori strutturali nei pronto soccorso.

Certo, di impegno ce n’è voluto. Anche a livello fisico, con un’occupazione portata avanti in piena pandemia. Quando per tutti il consiglio era di stare a casa, per qualcuno “casa” era diventata l’ospedale di Cariati. Un «gesto eclatante», come ha ricordato Mimmo Formaro a due anni esatti da quel 19 novembre 2020, due anni che ha definito di «lotta, rabbia e amore». Tre elementi che insieme hanno rotto il muro del silenzio e fatto diventare una delle tante battaglie per la bistrattata sanità pubblica “la” battaglia. Che hanno reso un piccolo centro della provincia di Cosenza il luogo simbolo della lotta per il diritto alla salute dei territori. «Il posto giusto da cui ripartire», aveva detto Gino Strada.

Un’occupazione durata otto mesi e seguita poi da un tam tam continuo di appelli e richieste. «Fino alla vittoria», avevano detto i guerriglieri eroici delle Lampare. E alla fine ce l’hanno fatta. «È una piccola vittoria che non ci farà dormire sugli allori perché i problemi sono tanti e seri e bisogna tenere sempre alta l’attenzione», dice oggi Formaro. Piccola, forse, ma quella vittoria così caparbiamente inseguita pare sia davvero arrivata. Hanno vinto loro. Ha vinto Cariati. Ha vinto, stavolta e per una volta, la sanità pubblica. Abbiamo vinto tutti.